Massimo Bottura e la Sicilia: oltre alla pigrizia c’è di più

Massimo Bottura e la Sicilia: oltre alla pigrizia c’è di più

Vi è una Sicilia pigra..” prima di Massimo Bottura, il numero uno al mondo della ristorazione, anche lo scrittore e poeta siciliano Gesualdo Bufalino ha utilizzato lo stesso aggettivo per l’isola. La differenza sta nel fatto che alla Sicilia pigra Bufalino contrappone una Sicilia frenetica che va poi a comporre il vasto quadro delle cento Sicilie, alla Sicilia pigra Bottura contrappone invece un “territorio masticabile”, quello che riesce ad emozionare con i suoi gusti, i suoi sapori e i suoi profumi, che tutto il mondo dovrebbe conoscere.
La frase, che ha scatenato anche tante polemiche, è stata pronunciata dallo chef nel corso del dibattito organizzato da Le Soste di Ulisse a Villa Igiea a Palermo – all’interno dell’evento Sicilia continente gastronomico – per discutere di gusto, storia ed innovazione. L’incontro, moderato dal giornalista Carlo Ottaviano, ha visto tra i relatori anche l’avvocato e scrittrice, palermitana di nascita ma londinese d’adozione, Simonetta Agnello Hornby, il miglior sommelier del mondo Luca Gardini, il professore di biodiversità dell’Università di Palermo Paolo Inglese, Vincenzo Russo del centro di Ricerca di neuromarketing Behavior and Brain Lab Iulm e Ciccio Sultano, chef bistellato del ristorante Duomo di Ragusa, Presidente de Le Soste di Ulisse.
Che l’intervento di Massimo Bottura fosse un elogio alla Sicilia lo si capisce semplicemente ascoltandolo.
Lo incontro prima che la conferenza prenda inizio, per un breve scambio di battute, breve ma intenso quanto basta per capire l’amore dell’uomo Massimo, prima che dello chef Bottura, per l’Isola: “La Sicilia è la mia terza casa dopo l’Emilia Romagna e il Piemonte. Amo la passione che i siciliani hanno per il loro territorio e per la loro isola, tutta intera: dalla Valle dei Templi di Agrigento, alla zona vulcanica di Catania, passando per i Monti Nebrodi, l’agricoltura di Pantelleria, il gusto dell’olio o del vino che ogni anno sprigionano odori e sentori unici; mettendo insieme tutto questo non puoi fare altro che pensare: è questo il paradiso?”
“La cucina è un gesto d’amore” questa la frase che scrive sulla copertina del secondo numero di YESnews 2016 dedicata alla sua vittoria mondiale: autografa, disegna un cuore, foto di rito – ci scappa anche un commento su Banksy – e poi raggiunge la Sala Basile, dove si svolge il dibattito.
Quello che Bottura comunica alla platea è lo stesso amore per la Sicilia ma con qualche sprono in più, evidenziandone alcune criticità, perché dire solo cose positive sarebbe fin troppo semplice.
Parlando di gusto e innovazione non può non far notare che “per fare il salto di qualità e ottenere i giusti riconoscimenti occorre comunicare meglio e ad aprirsi di più al mondo”.
Della Sicilia si sa che è uno dei posti più rotti del mondo ma spesso non si conosce l’emozione che si prova quando si mastica un cappero, una mandorla, un limone o un pomodoro, e non può saperlo fino a quando voi non glielo avrete comunicato. La verità è che spesso siete pigri quando invece dovreste essere i primi ambasciatori della vostra Terra: partire, viaggiare e diffondere al mondo quello che avete, così come abbiamo fatto anche noi prima di voi. ”
Prima di concludere racconta anche un aneddoto sulla “sua prima volta” a pranzo da Ciccio Sultano: “Ricordo che ti avevano appena portato una cassetta di gamberi rossi, appena pescati; li abbiamo mangiati subito dopo, crudi, senza nemmeno spostarli, su quella stessa cassetta: un’emozione così non te la dimentichi mai, ed è quella emozione che tutti dovrebbero poter provare.”
Questa è la Sicilia per Massimo Bottura, una Sicilia vasta e diversificata come quella di Bufalino, una Sicilia Continente Gastronomico come quella de Le Soste di Ulisse. » Angela Amoroso
23 novembre 2016

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