Crisi a Licata, fra dimissioni e surroghe

Stamattina dovrebbero arrivare le dimissioni di un altro assessore della terremotata Giunta di Licata. Giuseppe Attisano, uno dei pochi assessori rimasti in carica, sarebbe pronto a lasciare. Così rimarrebbe in carica solo l’assessore Giuseppe Mulè, fuori città per gravi motivi familiari. Rimangono pochi dubbi sulla nomina, da parte della Regione, di un commissario ad acta per sostituire l’amministrazione comunale.
Il presidente del Consiglio, Angelo Vincenti, convocherà, una seduta per provvedere alla surroga dei tre consiglieri dimisisonari. Il Consiglio comunale deve essere reintegrato prima della convocazione per l’esame della sfiducia a Graci, presentata da 18 consiglieri. A dimettersi sono stati Nicolò Riccobene, che si è dimesso il giorno dopo l’arresto, Angelo Licata, cognato del Sindaco, e Calogero Scrimali, fedelissimo di Graci.
Intanto il gip del Tribunale di Agrigento ha disposto gip del Tribunale di Agrigento ha disposto la misura del divieto di dimora a Licata per il sindaco Angelo Graci, mentre ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per l’ex vice presidente del Consiglio comunale, Nicola Riccobene, e l’interdizione dal diritto d’impresa per l’imprenditore di Gela Carmelo Napolitano, e dai pubblici uffici per l’assessore comunale Tiziana Zirafi.
I quattro indagati, sono stati arrestati dai carabinieri e messi ai domiciliari martedì scorso con l’accusa di corruzione aggravata in concorso in relazione ad uno spettacolo per la festa del patrono di Licata.

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