Musica, quattro chiacchiere con Gheri per “Generazione 0”

Musica, quattro chiacchiere con Gheri per “Generazione 0”

Gheri, nome d’arte di Gabriele Cancogni, è un cantautore italiano. All’età di 12 anni durante le escursioni sulle sue Alpi Apuane, impara a suonare la chitarra con i brani di Fabrizio de Andrè e capisce il suo amore per la musica che lo porterà a scrivere i suoi primi brani all’età di 18 anni.
Il sogno di trasformare la passione anche in un lavoro lo spinge a fare una prima esperienza a New York, dove soggiorna per un anno. In seguito si sposta a Dublino dove si guadagna da vivere esibendosi come artista di strada e dove conosce Paul Mooran che lo avvicina al genere Folk. Dopo un anno in Irlanda, Gheri si trasferisce in Colorado seguendo il richiamo del mid west e del Southern Rock. Rientrato in Italia, viene chiamato da Zucchero per la realizzazione dell’album Fly risultando coautore di alcuni brani. Nel frattempo si trasferisce a Roma dove frequenta per 3 anni l’Actor’s Studio e inizia le collaborazioni con Guido Elmi, produttore di Vasco, Fio Zanotti e Saverio Grandi. Attualmente collabora con Luciano Luisi, produttore artistico di Luciano Ligabue.
È da poco uscito “Generazione 0”, il suo nuovo album e per questo ci abbiamo scambiato quattro chiacchiere: per conoscerlo meglio e per avvicinarci al suo mondo artistico in generale.

Chi è Gheri e come ti descriveresti a chi ancora non ti conosce?
Un ragazzo che scrive canzoni e cerca di suonarle in giro.

Come è nata la passione per la musica?
Una sera, per caso…ero un ragazzino ed un mio amico più grande di me cominciò a suonare una canzone di Fabrizio de Andrè alla chitarra,era “Fiume Sand creek”,da quel giorno ho preso la chitarra e non l’ho più mollata.

Cosa ci puoi dire a proposito di “Generazione 0”?
Nell’album , ci sono i sogni e i tormenti di una generazione figlia della crisi, “Una generazione alla quale è stata tolta la possibilità di scrivere la propria storia e che viaggia a luci spente. Ma siamo pronti a lottare per riprendercela.

Come nascono le tue canzoni? C’è una routine creativa o ogni volta è diverso? Come è nata “Cuori Randagi”?
Le canzoni mi nascono di getto…a volte al piano ed a volte con l’acustica. “Cuori Randagi”è il  ricordo del primo amore,quell’amore pieno di coraggio,dove tutto era possibile,spregiudicato, intenso ,sognante,dove si rischiava il tutto per tutto nel viverlo ad ogni costo,liberi come randagi nella pioggia. E’ un brano che ci ricorda  che per amare serve coraggio…

Cosa ami di più della dimensione live?
La condivisione,il piacere di stare insieme.

Sogni nel cassetto e speranze a breve termine?
Un sogno nel cassetto…Se di sogno si parla..suonare con Bruce Springsteen! Speranze a breve termine… suonare dal vivo il più possibile.» red
Chiara Colasanti
TW @lady_iron

19 maggio 2016


Comments are closed.