Rigenerazione urbana: “Cry of Vallicaldi”

Rigenerazione urbana: “Cry of Vallicaldi”

Nel cuore del centro storico di Agrigento insiste un’area conosciuta come “quartiere Vallicaldi” che versa da almeno 40 anni in un totale stato di degradante abbandono sociale e strutturale causato da ragioni di ordine vario, che hanno prodotto come loro effetto ulteriori cause di decadimento.
Una intera comunità è venuta meno senza che essa sia stata sostenuta nella sua resistenza o accompagnata nella sua ricostituzione.
“Questo quartiere ha finito per assumere le sembianze sordide di un fantasma sociale fattosi non-luogo: è una città altra, – ci racconta Gioele Farruggia dell’Associazione Culturale NonSoStare – governata da leggi proprie, martoriata dall’indifferenza, deperita dalla decennale noncuranza delle amministrazioni. Un reticolo di vie fetide segnate dallo stigma della prostituzione, una ragnatela di percorsi sventrati, una concentrazione di miserie, cumuli di spazzatura, discariche illegali ricavate dentro case abbandonate, assenza totale di illuminazione e segnaletica, randagismo diffuso”.
Tuttavia lì resistono, a due passi dal centro, nuove e vecchie forme di cittadinanza: da una parte gli esempi residui della miseria della prostituzione e della povertà della piccola delinquenza, dall’altro la comunità senegalese che lì si è data vita con i suoi usi e costumi tradizionali.
Un quartiere “dimenticato”, abituato a vivere confinato in un ghetto, probabilmente dimentica, col passare del tempo, che cosa significhi vivibilità. Nonostante questa complessa situazione le associazioni NonSoStare, Artificio e LabMura hanno fatto del quartiere Vallicaldi un esempio di rigenerazione urbana.
“La principale strategia è stata quella di reinventare un modo nuovo per raccontare il passato sgradevole, – continua Gioele Farruggia – recuperare i segni della storia buona, ricostruendone la semanticità. E’ stato ripristinato il decoro. Le macerie sono state tramutate nel giardino Oasi di Madiba. I locali restaurati sono stati adibiti a gallerie d’arte. Il silenzio dell’indifferenza è esploso nel murales L’Urlo di Via Vallicaldi di Mr Thoms, che ha reso la catastrofe magica, trasformandola nella leva della speranza.
Bisognava riconsegnare alla città le chiavi dei propri spazi. In una sola parola: ri-territorializzazione.
Il palco dell’Oasi di Madiba si è riempito di artisti; le sue cassette sono state trasformate in vasi di fiori donati dai cittadini. Cittadini, in un primo momento semplici visitatori distratti; in un secondo momento “turisti”, dallo sguardo meravigliato e di scoperta. Ed alla fine cittadini”.

L’Associazione NonSoStare sta partecipando all’iniziativa della Fondazione CON IL SUD denominata “Una storia con il Sud” volta alla promozione della diffusione delle buone pratiche attraverso una modalità nuova e di rete: un contest rivolto a tutte le organizzazioni non profit che operano nel Mezzogiorno e ai videomaker, per raccontare storie di riscatto al Sud con video della durata massima di tre minuti.

» Giuseppe La Rocca
@giularo
20 luglio 2014

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