Si decide tutto a Milano

SCENARI – Le prossime elezioni amministrative rischiano di diventare determinanti per la durata della Legislatura. Non si tratterà soltanto di verificare, in una consultazione elettorale, il peso di una maggioranza risicatissima ma, soprattutto, di interpretare un quadro politico tutto in divenire.
Il dopo Berlusconi è già iniziato. Se ne occupano tutti, persino il premier, che ha provato ad incoronare il suo successore.
Tutti i leader ed i partiti politici cercheranno di intuire dal risultato che uscirà delle urne il futuro quadro politico, in cui non ci sarà più Silvio Berlusconi.
Nel Pdl sgomitano in tanti e comunque andrà, all’indomani delle elezioni, ci sarà una resa dei conti. Silvio Berlusconi si occuperà personalmente del partito stabilendo un organigramma del che sia in grado di arrivare alle elezioni e gestire i delicati dossier che si presenteranno fino ad allora.
Il test è numericamente rilevante, vanno al voto tante grandi città. Il risultato su cui saranno puntati tutti gli obiettivi è Milano, sarà quello che conterà più di tutti: assume un valore simbolico perché rappresenta il fulcro del potere berlusconiano che si è consolidato dal 1994 ad oggi.
All’ombra del Duomo si consuma, inoltre, il rapporto con la Lega. Il centrodestra probabilmente non vincerà al primo turno. I sondaggi, del centrodestra, stimano le liste in appoggio a Letizia Moratti intorno al 52% ed il candidato sindaco al di sotto delle sue liste e sotto il 50%. Al ballottaggio il centrodestra è sicuro di vincere, perché conta sul fatto che gli elettori del terzo polo preferiranno la Moratti, a prescindere dalle indicazioni del partito che – secondo Bocchino (Fli) – non saranno sicuramente per il sindaco uscente. Ma il ballottaggio e tutta un’altra partita ed il risultato è difficilmente prevedibile.
Anche una eventuale vittoria al ballottaggio potrebbe non bastare al centrodestra, per evitare la fine della Legislatura. Nel 2006 Forza Italia e An ottennero a Milano il 40,9% dei voti. Alle ultime regionali il Pdl si fermò al 36%. I sondaggi più accreditati ipotizzano un disastroso 25%. Contemporaneamente si profila un successo epocale per la Lega. I copiosi consensi della Lega, infatti, non sarebbero altro che il frutto di un trasloco di elettori del Pdl. A quel punto, i leghisti potrebbero essere tentati di far precipitare la situazione in Parlamento e passare subito all’incasso anche alle elezioni nazionali, per cannibalizzare il Pdl e giocare un ruolo determinante nella prossima Legislatura, a prescindere da chi sarà il vincitore.
In questo scenario è facile comprendere perché Berlusconi abbia deciso di metterci la faccia è lì che si gioca tutto. Sarà a Milano per una grande manifestazione elettorale e nella campagna elettorale municipale sta inserendo tutti i temi a lui più cari, compreso l’attacco alla magistratura.
I manifesti di Lassini, in cui è stato tradotto il pensiero di Berlusconi, sono il frutto di questo tentativo. L’asse Lega-Moratti sulla vicenda è la rappresentazione plastica dello scontro in atto, nel Pdl e nel centrodestra. I dirigenti del Pdl più oltranzisti saranno tentati di attribuirsi e far pesare il successo elettorale di Lassini a cui, probabilmente, andranno i voti degli elettori Berlusconiani integralisti. La sua elezione verrà mostrata come la prova che nello scontro con la Magistratura i cittadini stanno dalla parte del premier.

Comments are closed.