Somewhere

A Johhny Marco (Stephen Dorff), giovane, famoso attore hollywoodiano sembrerebbe non mancare proprio niente. Vive in un lussuoso e comodo hotel, lo Chateatu Marmont, famoso per aver ospitato, tra gli altri, Marylin Monroe, Jim Morrison, John Lennon, Greta Garbo. Tutti lo coccolano e fanno in modo che si senta a casa propria. Ha una bella macchina, tutte le donne che possa desiderare, whiskey a fiumi. La mattina può alzarsi con calma dopo che la sua premurosa agente gli avrà ricordato gli impegni del giorno. Non ha nessuna preoccupazione, nessuna responsabilità, soltanto una noia sconfinata. Noia in quantità industriali che traspare perfettamente dalla pellicola e finisce per contagiare il pubblico. L’unica cosa che manca, al protagonista ed al film, sono le emozioni, la voglia di vivere. Johnny ritroverà la voglia di emozionarsi grazie alla figlia undicenne, Cleo (Elle Fanning), nata da un matrimonio fallito, di cui solitamente non deve occuparsi. All’improvviso, Cleo, a causa di una crisi della madre, piomba nella sua vita. Le emozioni riportano il protagonista alla realtà ma per il film è troppo tardi, arriva noiosamente alla conclusione senza un’anima. Sofia Coppola ha vinto il Leone d’Oro con il suo film più brutto. Le attese erano tante, considerata la pregevolezza delle sue prime opere: Il giardino delle vergini suicide, e Lost in Traslation su tutti. Anche nel film, interpretato da Bill Murray, che le valse l’Oscar, ed anche in Marie Antoinette, l’ambientazione era claustrofobica. Forse Murray aiutò più di quanto gli si volle riconoscere, con la difficile arte della sottrazione, in cui Toni Servillo con il suo Titta Di Girolamo de Le conseguenze dell’amore è il maestro assoluto. Più che legittime dunque le polemiche a Venezia. Se il presidente italiano avesse assegnato un qualsiasi premio alla sua ex compagna, figlia di un grande regista, cugina di un grande attore si sarebbe gridato allo scandalo e sarebbe venuta fuori la solita italietta delle conventicole della sinistra cinematografica. I protagonisti tutti americani della vicenda ci hanno salvato da questo luogo comune, o forse no? L’Italia è rappresentata nel film, in maniera tutt’altro che edificante, riproponendo quasi tutti gli stereotipi, tranne pizza e mandolino. Johnny deve andare a ritirare un Telegatto a Milano. Porta con sé la figlia, riproponendo così un episodio autobiografico della regista. La Coppola non si fa sfuggire l’occasione di raccontare tutto superficialmente, guardando tutto e tutti dall’alto verso il basso. Il risultato è una caricatura mal riuscita. La cerimonia tette e lustrini è presentata da Simona Ventura e Nino Frassica (il bravo presentatore finalmente!). Valeria Marini concede le sue generose forme per un balletto imbarazzante che coinvolge l’attore hollywoodiano. Nell’episodio italiano anche le bellissime Joe Champa e Laura Chiatti. Pur rimanendo fan della Coppola speriamo che con la prossima pellicola faccia qualche passo indietro verso le pellicole che avevano suscitato tanto interesse, piuttosto che su questa incerta strada, ricca di premi, che ha intrapreso. L’apprezzabile colonna sonora è dei Phoenix. Sito ufficiale.

Così nelle sale siciliane
CATANIA
Ariston Multisala

Via Balduino, 17/B, Catania
18:10 20:30 22:30

TRAPANI
Royal

Via Giovanni Battista Fardella, 116, Trapani
18:30 20:30 22:30

Leave A Response »