Dove arriverà “la valigia con le scarpe” di Cassandra Raffaele?

Dove arriverà “la valigia con le scarpe” di Cassandra Raffaele?

GOOD RIDDANCE – Neurofisiopatologia o musica?
 Davanti a questa domanda Cassandra Raffaele, nel 2011, non si è guardata troppo indietro e ha scelto di vivere mano nella mano con le sue canzoni, lasciando il suo posto di lavoro in ospedale.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con questa giovane “cantora” perché è da poco uscito il suo album “La valigia con le scarpe”, che segna definitivamente la sua svolta indie-folk, che guarda un po’ Oltremanica, un po’ Oltreoceano, seppur sempre condita da quel retrogusto di mandorla siciliana che la rende così apprezzata e apprezzabile.
Un curriculum di tutto rispetto, una gavetta che ha portato questa determinata cantautrice ad essere conosciuta nell’ambiente e a ricevere i meritati riconoscimenti che può procurarsi un talento come il suo.
La passione per la musica ti è stata trasmessa nel patrimonio genetico, ma il tuo percorso di conciliazione con questa maladie pour la musique, come la definisci tu, è stato particolare: ci vuoi parlare un po’ di quello che è stato il tuo cammino artistico e di cosa c’è stato, a livello emotivo (e non solo!) dietro alla scelta di abbandonare il tuo lavoro?

Dietro e dentro la mia scelta, c’è stata una folle consapevolezza. Cantavo con passione ma per “hobby” dando la priorità allo studio; nel frattempo capitava di fare delle belle esperienze artistiche senza che me le cercassi. Ma non avrei mai lasciato il mio posto di lavoro se non accadeva qualcos’altro, cioè scoprire recentemente, l’attitudine a scrivere canzoni. A quel punto ho capito che avrei potuto fare l’artigiana della mia vita. E così è stato. Ho lasciato gli elettroencefalogrammi per una valigia piena di canzoni.
Come nasce una tua canzone e quali sono le principali fonti di ispirazione (cantanti/artisti di riferimento così come spunti tratti dalla quotidianità, non solo intesi come “stelle da seguire”)?

Una canzone nasce spesso per caso, in circostanze inaspettate dopo periodi di particolare suggestioni emotive, o a seguito di esperienze personali dirette o raccontate da altri. Può accadere che in un solo pomeriggio ne scrivo tante ma ne lavoro poi solo una, con la ricerca delle parole adatte. Oppure può accadere di avercela già in testa e solo nel momento opportuno inizi a tirarla fuori.
M’ispira la vita tutta. I miei eroi da seguire Peppino Impastato, Falcone, Borsellino, Madre Teresa. Musicalmente, i Beatles sempre attuali.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto e quali invece i progetti a breve termine?
Ne ho uno che, se si avvera, poi ti dirò qual era! A breve, ma in realtà in itinere, il progetto obiettivo è diffondere le canzoni in ogniddove, quindi presentazioni e concerti everywhere.
Se potessi vivere in un’altra epoca e/o in un altro Paese quale sceglieresti e perché?

Oggi vorrei vivere in Islanda ma lavorare a Parigi. Epoca? Vorrei vivere una settimana in pieno romanticismo ottocentesco.


Come cambieresti la situazione culturale (e della musica nello specifico) nel nostro Paese?

La prima cosa che farei: dare dignità istituzionale ad un lavoro che non è riconosciuto da nessuna parte e di conseguenza è svenduto e per niente tutelato, quello del musicista.
Una domanda che non ti fa mai nessuno durante le interviste e che vorresti invece sentirti fare?
Complimenti! Credo che questa sia la prima volta che qualcuno mi fa questa domanda…
Non c’è comunque, in realtà qualcosa che vorrei sentirmi chiedere. Lascio agli altri la curiosità e il contenuto della domanda!

Per concludere, adesso, guardiamo l’ultimo videoclip di Cassandra. 
Dove arriverà non sappiamo, ma di sicuro lontano! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
11 marzo 2014

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