Pino Cuttaia e Davide Dutto si raccontano a Licata

Pino Cuttaia e Davide Dutto si raccontano a Licata

“Fare delle foto e andare a pescare sono due azioni che molto si accostano all’idea  di giocare al casinò: fino alla fine non sai mai come andrà; puoi essere fortunato e ottenere un risultato importante, ma se invece dovesse andare male torneresti a casa a mani vuote.”

Con questa similitudine il fotografo Davide Dutto, nel pomeriggio di ieri, dal Chiostro San Francesco a Licata, ha spiegato al pubblico presente cosa accomuna la sua professione al mestiere dei pescatori, mestiere al quale ha dedicato una mostra di sue foto chiamata “Il cibo dei pescatori” visitabile presso lo stesso Chiostro dal 3 all’8 Maggio. Oltre al finissage fotografico, nel corso dello stesso evento si è svolta la presentazione del libro di Pino Cuttaia “Per le Scale di Sicilia”, edito da Giunti. Dopo una serie di incontri svolti nell’Isola e nel resto d’Italia, ieri lo chef licatese del ristorante “La Madia” ha voluto raccontare alla sua città il suo primo libro fatto di profumi, sapori, racconti e memorie. A discuterne con l’autore Davide Dutto, autore delle fotografie e Francesco Lauricella, autore dei racconti.

“Il cibo dei pescatori” è il titolo che il fotografo piemontese ha deciso di dare all’esposizione di foto scattate nel 2010 nel corso di un reportage che lo ha visto impegnato in alcune battute di pesca dei tonni su due imbarcazioni licatesi per circa due settimane: un’esperienza che lo ha affascinato e che gli ha permesso di  vivere un’avventura che ha raccontato attraverso le sue istantanee. Nelle sue foto sono stati rappresentati alcuni dei momenti più cruenti della pesca che comportano grande concentrazione e grande fatica da parte di tutto l’equipaggio, foto in cui emerge in modo chiaro la lotta tra l’uomo e il pesce ma anche tra l’uomo e il mare, momenti concitati in quanto brevi attimi di distrazione potrebbero vanificare gran parte del lavoro svolto sino a quel momento; non mancano poi gli scatti che focalizzano l’attenzione invece su alcuni momenti vissuti a bordo in un clima decisamente più rilassato e sereno, sono i momenti di una convivialità quasi casalinga in cui tutto l’equipaggio si riunisce per cenare, chiaccherare e confrontarsi: scene di vita quotidiana che Davide Dutto ha saputo catturare, cristallizzare e rendere eterne.

per le scale di sicilia il cibo dei pescatori

Ci sono artisti e ci sono artigiani: secondo me Davide Dutto è un’artista perchè riesce a creare qualcosa che ancora non esiste e a renderla reale, si sofferma su particolari che solitamente passano inosservati ma che poi noi tutti riusciamo a vedere attraverso il suo obiettivo;  io se dovessi scegliere mi considererei invece un artigiano, riproduco qualcosa che già esiste nella mia memoria, ma che posso plasmare, trasformare e personalizzare,  con l’auspicio che chi assaggerà ciò che ho cucinato possa percepirne la storia”.

Pino Cuttaia parla così dell’amico piemontese conosciuto diversi anni fa ma anche di sé stesso. Un’amicizia quella con Davide Dutto e una stima professionale reciproca che hanno portato i due a collaborare spesso, non ultimo in occasione del libro “Per le Scale di Sicilia”. L’opera prima dello chef licatese non vuole essere un ricettario ma un racconto, attraverso i sapori, di un viaggio in cui Pino Cuttaia ripercorre il suo passato, rivive ricordi d’infanzia, apre i cassettini della memoria, riavvolge il nastro della sua vita umana e professionale e si mostra per quello che è, tutto quello che poi traspone nei suoi piatti. Una narrazione, sia verbale che fotografica che permette di fare un tuffo nel passato, in una Licata che per certi versi oggi non esiste più ma che continua a vivere e a rivivere attraverso chi ieri l’ha vissuta e oggi continua a renderla attuale, proprio come fa Cuttaia con i suoi piatti, ma anche con il suo primo libro: in ogni pagina c’è un pezzetto del suo paese, del suo vissuto personale e dei suoi ricordi, tutto ciò che gli ha poi permesso di ottenere importanti risultati in ambito gastronomico, raggiungendo le due stelle Michelin.

Ciò che mi spinge a fare questo mestiere e al contempo mi ha spinto a scrivere il libro è stata la voglia di raccontare e comunicare: attraverso le foto di Davide Dutto e i racconti di Francesco Lauricella – ha concluso Pino Cuttaia – ho voluto trasmettere una parte di me, umana e professione. Alle narrazioni della memoria ho unito i sapori e i profumi della mia Terra. Il risultato è un viaggio che si rinnova giorno dopo giorno.” » red

9 maggio 2016

 

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