EAT – Pino Cuttaia fa parlare ancora di sé e di Licata. Ancora una volta lo chef de La Madia fa conoscere ed apprezzare il piccolo centro dell’agrigentino, per la qualità delle materie prime che il territorio offre. Nel numero de L’Espresso in edicola, Enzo Vizzari ne traccia un ritratto encomiabile, raccontando la “storia esemplare” di questo licatese che, dall’estrema periferia dell’impero, ha saputo conquistare le vette più alte della gastronomia italiana.
Vizzari ripercorre tutto il lungo e faticoso cammino dello chef licatese: dall’emigrazione in Piemonte, fino al ritorno, nel 2000, nella città natale, per inseguire, con cocciutaggine tutta siciliana, il suo sogno visionario.
“Roccia siciliana” lo definisce il curatore della Guida dei Ristoranti d’Italia, ricordando quanta fatica sia costato ogni passo avanti, ogni conquista realizzata dovendo combattere quotidianamente l’indifferenza e la diffidenza indigene: “nessuno a Pino regala nulla”.
Lo Chef Cuttaia celebra quotidianamente la cucina siciliana contemporanea “orgogliosa, figlia della memoria, tecnicamente all’avanguardia” ed il suo passo in più oltre al “grande talento” è la dote di “prodotti, di mare e degli orti, impareggiabile”, tutti prodotti siciliani, molti licatesi, fra cui su tutti si distingue il pescato, che Cuttaia sta facendo conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. Alcuni dei suoi piatti sono ormai considerati dei classici, come l’Arancino con ragù di triglia o la Cornucopia di cialda di cannolo. Altri hanno le carte in regola per diventare i simboli della nuova cucina siciliana di cui Pino Cuttaia è orami riconosciuto come il principale interprete.
Pino Cuttaia è riuscito a riscrivere la geografia degli appassionati gourmet, facendo entrare Licata nelle tappe turistiche di quanti apprezzano il buon cibo. Tutti i media nazionali ed internazionali celebrano quotidianamente questo piccolo miracolo, ma nella sua città non tutti se ne sono accorti. C’è sempre tempo!
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