Musica, The Rumjacks: il sound celt-punk di Sydney

Musica, The Rumjacks: il sound celt-punk di Sydney

Il 5 agosto uscirà “Sleeping Rough” dei The Rumjacks, band Punk Rock/Celtic Folk che sta conquistando da anni il proprio pubblico in giro per il mondo.
Frankie McLaughlin ha risposto alle nostre domande per farci conoscere più da vicino la loro band, il loro rapporto con la musica e la loro predisposizione nei confronti del futuro, nonostante le cose negative che li circondano nella loro città.

Chi sono i The Rumjacks e come vi descrivereste a chi ancora non ha ascoltato la vostra musica?
Siamo una celt-punk band di Sydney, in Australia, a cui piace molto anche lo ska/reggae, il rock&roll & roots.

Come descrivereste “Sleepin’ Rough” e cosa ci potete dire circa i giorni spesi in studio?
“Sleepin’ rough”, il titolo del nostro nuovo album, è anche un altro termine per qualcuno che è senza una casa. Nelle nuove canzoni si alternano molti temi, tra cui anche quello dei senzatetto, ispirati dal cambiamento in peggio che vediamo in corso a Sydney, la nostra città. Abbiamo creato questo album nel modo in cui le band hanno sempre fatto i propri dischi. Cinque ragazzi, un produttore e un ingegnere del suono tutti chiusi in una stanza di una vecchia casa, con strumenti vintage e una manciata di idee. Molte delle canzoni sono state scritte ed arrangiate in loco e registrate al primo take, è dal vivo ed organico così come lo sentirete ed è uno dei migliori modi per registrare un album, abbiamo amato farlo così.

Quali artisti vi hanno ispirato?
Molti artisti continuano ad ispirarci, ma inizialmente penso siano stati i The Pogues, Dropkick Murphys ed altri sono stati le ovvie influenze. Nel nostro sound probabilmente ascolterete molte altre ispirazioni, band come The Clash, Rancid, Social Distortion, Bad Religion… ma anche altri artisti folk scozzesi/irlandesi come The Chieftains, The Dubliners & The Corrie’s hanno avuto un forte impatto.

Che sensazione vorreste dare alle persone che ascolteranno la vostra musica?
Ci piacerebbe che le persone sentano di aver provato qualcosa sulla loro pelle, o sentito nei loro cuori, qualcosa di umano e molto reale. Se ti fa riflettere, se ti fa ridere o se ti fa alzare gli occhi al cielo, se ti dà una scarica di energia o ti fa saltellare in giro per la stanza e divertirti… allora il nostro compito è portato a termine.

Cosa preferite della dimensione live?
Suoniamo una grande varietà di concerti durante i tour: dalle notti “Do It Yourself” accaldati e sudati, insieme agli spettacoli nei piccoli club, sono le migliori occasioni per avvicinarsi ai fan e conoscerli meglio, creando un’energia unica nella maniera classica. È molto bello suonare anche su un palco di un festival, con migliaia di persone insieme sotto: il suono più forte e il palco più grande significano che possiamo fare un concerto completamente diverso da quello che vedreste in un club. Essere in grado di entrare in relazione con un pubblico non importa quanto grande o piccolo è la mia parte preferita dei concerti dal vivo, non c’è niente che può battere quella sensazione.

Quali sono i vostri più grandi sogni e speranze per il futuro?
Mi piacerebbe vederci continuare a fare album, andare in tour in nuovi posti e incontrare persone splendide per quanti più anni possibile. Con “Sleepin’ Rough” in uscita è solo una questione di giorni, penso che le cose stanno solo iniziando a diventare davvero interessanti, e mi piacerebbe vedere dove potremo andare con la nostra musica da qui.

Pagina Facebook: facebook.com/TheRumjacks » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
30 luglio 2016

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