Dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza. Ma anche la richiesta della doggy bag al ristorante e la spesa a chilometro zero che, tagliando le intermediazioni, consente di acquistare prodotti più freschi che durano di più. Sono queste le ultime strategie messe in atto da 6 italiani su 10 che hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè presentata ad Expo al Convegno “Spreco alimentare: dalle parole ai fatti – Le ipotesi di legge per l’Italia e tutti i numeri dello spreco” al quale ha partecipato il segretario de giovani della Coldiretti Carmelo Troccoli.
La situazione resta comunque preoccupante con ogni italiano che in media ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l`anno e – sottolinea la Coldiretti in una nota – occorre trovare soluzioni dento e fuori le mura domestiche. Lo sviluppo della filiera corta con gli acquisti diretti nelle fattorie o nei mercati di Campagna Amica secondo la filosofia del km zero aiuta a contenere gli sprechi che – precisa la Coldiretti – vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. Ma – osserva Coldiretti – è importante intervenire anche sull`educazione alimentare con una maggiore attenzione alla lettura sull`etichetta della data di scadenza, ma anche con la valorizzazione dei piatti del giorno dopo che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come – continua la Coldiretti – la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta.
La tendenza a ridurre gli sprechi cresce anche fuori dalle mura domestiche con un italiano su tre (33 per cento) che, quando esce dal ristorante, non ha problemi a portarsi a casa gli avanzi con la cosiddetta “doggy bag” anche se tra questi, solo il 10 per cento lo fa regolarmente, mentre il 23 per cento solo qualche volta, secondo l`indagine indicativa online condotta dal sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia, peraltro, che una fetta rilevante della popolazione (24 per cento) quando va a mangiare fuori lascia sulla tavola gli avanzi semplicemente perché si vergogna di chiederli. La ristorazione italiana comunque si attrezza e – continua la Coldiretti – in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. » red
6 ottobre 2015
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