Expo 2015, il vino della Valle dei Templi protagonista al Cluster BioMed

Expo 2015, il vino della Valle dei Templi protagonista al Cluster BioMed

Il “vino degli dei” sbarca al Cluster BioMediterraneo grazie alla coop Coltivatori vitivinicoli associati di Canicattì che porta a Milano per l’Expo 2015 il progetto Diodoros nato dalla collaborazione con l’ente Parco della Valle dei Templi di Agrigento. Sul palco della piazza Mediterranea del Cluster, lo speak easy-aperitivo culturale mediterraneo venerdì prossimo, sarà l’occasione per ripercorrere attraverso le testimonianze di Giovanni Greco (presidente Cva Canicattì), Giuseppe Parello, (direttore ente parco della Valle dei Templi) e Tonino Guzzo (enologo) le tappe di un progetto nato nel 2011 e che ha portato alla nascita di Diodoros, ribattezzato già all’indomani della sua presentazione ufficiale “Il vino della valle“.

Diodoros è il primo tassello di un progetto dal grande impatto comunicativo che aspira a diventare modello di coesione tra pubblico e privato. L’obiettivo p quello di sviluppare un percorso che ha tra i suoi obiettivi quello di recuperare e valorizzare il grande giacimento agricolo del parco e delle aree demaniali legati ad un’agricoltura di collina che, nel corso dei millenni, ha disegnato il paesaggio selezionando le colture più idonee e innescato economia. L’obiettivo è quello di rilanciare i flussi turistici in questi territori, colpiti da un vero e proprio processo di spopolamento, attraverso alcuni aspetti che possano intercettare un pubblico più vasto che va dagli appassionati di archeologia a quelli del turismo rurale ed eno-gastronomico Il vino Diodoros nasce dalle uve coltivate nei vigneti posti sotto il tempio di Giunone frutto di una “selezione” naturale delle varietà autoctone siciliane che i vignaioli della Valle hanno operato nel corso degli anni interpretando al meglio gli aspetti pedoclimatici che caratterizzano questo territorio. La grandezza di questo contesto è data dalle caratteristiche del terroir. Siamo nel cuore delle Terre del Nero d’Avola, dove i suoli di origine alluvionale profondi e sabbiosi, caratterizzati dalla presenza di scheletro sono molto fertili per la coltivazione delle varietà autoctone siciliane come il Nero d’Avola, il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio.

10 giugno 2015


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