La Cicogna bianca, specie protetta da normative internazionali, suscita da sempre interesse e stupore, tanto da rientrare appieno sia nella letteratura che nei miti e nelle leggende. Oltre al valore emblematico, la specie è un importante bioindicatore e la sua presenza è indice di colture tradizionali, pascoli e aree coltivate senza l’uso eccessivo di prodotti chimici: ambienti tipici delle pianure siciliane che però rischiano di scomparire a fronte di un’agricoltura basata sulla monocoltura e sullo sfruttamento intensivo del suolo.
La cicogna bianca, tra lo stupore generale, ha trovato un habitat congeniale nella piana di Gela accanto a carciofeti e gli ambienti incolti della pianura, costituendo quest’anno la colonia nidificante più grande d’Italia. Un comunità che è cresciuta nel tempo occupando una lunga serie di tralicci, che in parte si possono osservare percorrendo la strada Statale 115 da Gela a Catania.
I volontari della Sezione LIPU di Niscemi hanno documentato nel 2015 l’involo di ben 100 giovani cicogne: un vero e proprio record che supera quello registrato nel 2014, quando gli involi furono 93.
“La popolazione sembra stabile e si aggira intorno alle 37-40 coppie” A spiegarlo Manuel Zafarana, delegato della Sezione e coordinatore regionale del gruppo nazionale Cicogna LIPU.
“Le nidificazioni – continua Zafarana – sono avvenute sui tralicci di media tensione della rete elettrica, seguendo due linee in corrispondenza dei fiumi Gela e Maroglio. Le cicogne, arrivate già a gennaio, hanno iniziato a deporre a marzo. I primi involi sono stati osservati a metà giugno”. » red
8 settembre 2015
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