Immigrazione: Pd, “Cie ancora senza diritti, il governo Monti è in ritardo”

ROMA – La questione della costante emergenza in cui versano i Cie, ora non sotto i riflettori dei media, rischia di tornare d’attualità con l’arrivo della primavera e dell’estate. Per questo gli onorevoli Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati Democratici e Jean Leonard Touadi, deputato Pd hanno chiesto al ministro dell’Interno di “riesaminare le politiche adottate dal precedente esecutivo in materia d’immigrazione”. E si sono detti “profondamente insoddisfatti” dell’azione fin qui svolta dal governo Monti per porre fine ad alcuni macroscopici errori, dettati spesso da pregiudizi e razzismo, fatti dalla precedente maggioranza a trazione leghista.
L’onorevole Calipari ha ricordato il prolungamento dei tempi di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione , da sei a 18 mesi. Prolungamento, ha detto “legittimo perché basato sulla direttiva Ue 115 del 2008 che tuttavia imporrebbe di considerare le misure della privazione della libertà solamente come estrema ratio e quindi soltanto dopo che sono state attivate tutte le altre modalità di rimpatrio degli stranieri irregolari”. Ha insistito perché venga emanato il decreto attuativo che dia piena esecuzione alla nuova norma sul rimpatrio volontario e ha riproposto la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti di Strasburgo a causa dei respingimenti verso la Libia..
“I diritti nei Cie – ha detto la vicepresidente del Pd – non sono né rispettati, né garantiti anche a causa dei numerosi e penetranti tagli decisi dal precedente governo che ne hanno peggiorato la funzionalità. Di questo – ha spiegato – abbiamo avuto piena consapevolezza visitando i centri grazie al successo della campagna nazionale ‘LasciateCie entrare’ che ha permesso di accendere per qualche momento i riflettori spenti, dall’esecutivo Berlusconi-Lega, con il divieto per i media di entrare in questi luoghi”.
“Chiediamo al governo di uscire dall’oscillazione tra buonismo e cattivismo al quale ci ha abituati, anche nel linguaggio, l’ex ministro leghista Maroni – ha concluso l’onorevole Touadi, dopo aver ascoltato le parole del sottosegretario all’Interno – Ci aspettiamo discontinuità che finora non abbiamo visto, una discontinuità basata su tre principi: razionalità, umanità, economicità. E il primo immediato passo deve essere l’applicazione, nella lettera e nello spirito, della direttiva rimpatri che limiti a pochissimi casi quell’assurdo limbo della permanenza-detenzione nei Cie dove gli ‘ospiti’. così per legge devono essere chiamati gli immigrati clandestini in attesa di identificazione, hanno meno diritti dei carcerati”.


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