No all’esternalizzazione dei campi di raccolta in paesi incapaci di tutelare i diritti. Sì a quote di redistribuzione purché credibili. Sì a programmi efficaci di reinsediamento. E soprattutto sì a canali legali di ingresso, unico vero strumento per salvare le vite umane dal mare e dal deserto. Sono i quattro punti base della piattaforma per affrontare in modo efficace e umano l’emergenza, scritta dalle Caritas dei paesi di origine e transito nell’edizione 2015 del Migramed Meeting.
L’annuale incontro di Caritas Italiana con le Caritas europee e del bacino del Mediterraneo si è svolto a Tunisi dal 15 al 18 giugno e aveva come titolo “Siamo servitori della speranza per una nuova primavera”.
A ridosso della Giornata mondiale del Rifugiato e dopo l’accorato appello di Papa Francesco è questa la risposta di chi è impegnato ogni giorno sul territorio a una politica di chiusura che vede l’annuncio di nuovi muri in Europa e un’agenda europea priva di visione e lungimiranza.
Ampio il programma delle giornate di lavoro che hanno visto oltre 100 partecipanti, provenienti da quasi 30 Caritas diocesane e da una quindicina di Caritas europee e del Mediterraneo, tra cui molte facenti parte del “Working Group on International Protection” di Caritas Europa, presieduto da Caritas Italiana. Tra i temi affrontati, anche alla luce delle cronache recenti, ricordiamo: gli effetti delle “Primavere Arabe” sulle società europee e mediterranee, il ruolo delle Caritas nazionali nell’accoglienza dei migranti e quello della Chiesa nei Paesi del Mediterraneo.
Per maggiori approfondimenti vai al sito di Caritas Italiana.
» Giuseppe La Rocca
18 giugno 2015
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