Il card. Montenegro nominato membro dei Pontifici Consigli “Cor Unum” e Migranti

Il card. Montenegro nominato membro dei Pontifici Consigli “Cor Unum” e Migranti

Il Santo Padre Francesco ha annoverato tra i Membri dei Dicasteri della Curia i cardinali creati e pubblicati nel Concistoro del 14 febbraio 2015. Il card. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, è stato annoverato nel Pontificio Consiglio «Cor Unum» e nel Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

Il Pontificio Consiglio “Cor Unum” per la promozione umana e cristiana è stato istituito dal Papa Paolo VI con la Lettera autografa Amoris officio, il 15 luglio 1971. La sua missione: «”Cor Unum” esprime la sollecitudine della Chiesa cattolica verso i bisognosi perché sia favorita la fratellanza umana e si manifesti la Carità di Cristo» (Costituzione apostolica Pastor bonus, art. 145). I suoi obiettivi: essere strumento esecutivo del Santo Padre quando Egli creda opportuno di intraprendere speciali iniziative umanitarie in caso di calamità e nel campo della promozione umana integrale; promuovere la catechesi della Carità e stimolare i fedeli a dare testimonianza concreta della carità evangelica; favorire e coordinare le iniziative delle istituzioni cattoliche tramite lo scambio di informazioni in spirito di fraterna collaborazione per promuovere lo sviluppo integrale.

Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Con il Motu Proprio Apostolicae Caritatis, del 19 marzo 1970, Paolo VI istituì la “Pontificia Commissione de Spirituali Migratorum atque Itinerantium Cura”, con il compito di provvedere allo studio e alla applicazione della pastorale per “la gente in movimento”: migranti, esuli, rifugiati, profughi, pescatori e marittimi, aereonaviganti, addetti ai trasporti stradali, nomadi, circensi, lunaparchisti, pellegrini e turisti. Ed altresí per tutti quei gruppi di persone che, a diverso titolo, sono coinvolte nel fenomeno della mobilità umana, come gli studenti all’estero, gli operatori e i tecnici i quali, per grandi lavori o ricerche scientifiche a livello internazionale, debbono trasferirsi da un Paese all’altro. Il Pontificio Consiglio, “uno strumento nelle mani del Papa” (P.B., Proemio, n.7 ), “rivolge la sollecitudine pastorale della Chiesa alle particolari necessità di coloro che sono stati costretti ad abbandonare la propria patria o non ne hanno affatto; parimenti procura di seguire con la dovuta attenzione le questioni attinenti a questa materia” (P.B., art.149 ). Esso promuove dunque la cura Pastorale delle persone coinvolte nelle mobilità umana: provvedendo a che nelle Chiese locali venga “offerta un’efficace e appropriata assistenza spirituale, se necessario anche mediante opportune strutture pastorali” (P.B., art.150); esercitando “l’alta direzione” dell’Opera dell’Apostolato del Mare (P.B., art.150); seguendo con attenzione le questioni attinenti alla mobilità umana (P.B., art.149); sforzandosi a che il popolo cristiano “acquisti coscienza delle necessità” delle persone coinvolte nella mobilità umana, specie in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale per i Migranti e i Profughi (P.B., art.150,4); e facendo sì che il popolo cristiano “manifesti efficacemente la sua solidarietà” (P.B., art.150,4) nei confronti della gente in movimento per le vie del mondo, “si impegna affinché i viaggi intrapresi per motivi di pietà o di studio o di svago favoriscano la formazione morale e religiosa dei fedeli” (P.B., art.151).
Il Consiglio segue inoltre in maniera regolare e diretta la Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni, sostenendone gli scopi e le iniziative, partecipando agli incontri di Direzione, promuovendo una fattiva cooperazione con tale Commissione e tra essa e gli altri organismi che hanno un interesse verso i migranti e rifugiati.

» Redazione
13 aprile 2015

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