Agrigento, ex Carcere: Pistone (Pd) scrive a Zambuto

AGRIGENTO – “Realizzare un grande centro culturale al servizio dei giovani e della elaborazione intellettuale ed artistica” nell’ex carcere San Vito di Agrigento. Lo propone Mimmo Pistone, componente del coordinamento cittadino, del Pd sin una lettera aperta al sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, nella quale avanza alcune proposte a proposito della riqualificazione urbanistica
Quella per la riqualificazione dell’ex carcere – secondo Pistone – è “una battaglia di progresso e di civiltà” che il Sindaco dovrebbe intestarsi, coinvolgendo il tessuto culturale agrigentino, “anche attraverso un concorso di idee”.

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Il testo della lettera:

Caro Marco, il tema della riqualificazione urbanistica, finalizzato alla costruzione di un tessuto cittadino moderno, esteticamente apprezzabile ed efficiente ha rappresentato uno dei punti più significativi  e qualificanti del programma elettorale con cui nella primavera del 2007 ci siamo rivolti agli Agrigentini. Quel programma ha rappresentato l’elaborazione di tanti uomini e donne, di movimenti e partiti politici che attraverso la tua candidatura hanno lanciato un messaggio di cambiamento e di rinnovamento della città di Agrigento.
A più di tre anni dal tuo insediamento credo sia necessario condividere con te alcune considerazioni e alcuni spunti programmatici che a mio avviso necessitano un certo approfondimento. Il territorio di Agrigento è rappresentato dalla presenza di tanti luoghi, di numerose strutture, che sono ormai diventate anche per la responsabilità di una classe dirigente incapace, che ha considerato il bene pubblico non come risorsa da tutelare e valorizzare ma come elemento secondario da sacrificare a chissà quale interresse, simbolo dell’incuria e del degrado cittadino.
Gli esempi sono numerosi, dal parco del mediterraneo di Villaseta, che doveva rappresentare il fiore all’occhiello delle strutture sportive della città, al parcheggio pluripiano di Piazzale Rosselli non ancora ultimato, al museo civico di piazza Pirandello, certamente per onore del vero e per onestà intellettuale devo sottolineare il tuo impegno per il recupero di altre strutture come il parco dell’addolorata e il palazzo Filippini. Vorrei però focalizzare la mia attenzione su un’altra struttura del centro cittadino, che credo meriti un impegno particolare, mi riferisco alla struttura che fino al 1996 ha ospitato la casa circondariale di San Vito.
Nel 2001 abbiamo condotto una battaglia per riconsegnare quel sito alla città, attraverso una raccolta di firme e anche grazie all’allora Ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Di Liberto, siamo riusciti ad ottenere la dismissione del Bene dal ministero di Grazia e giustizia al patrimonio Demaniale nelle disponibilità dello Stato, ma da allora ad oggi non è ancora arrivata da parte dell’amministrazione comunale nessuna proposta per il ripristino di quell’edificio. I motivi che mi spingono a condividere con te questa battaglia sono numerosi, certamente non ti sfuggirà che la riqualificazione della struttura avrebbe un immediata ricaduta positiva su un quartiere del centro cittadino che con la chiusura della casa circondariale, con  il trasferimento dell’ospedale San Giovanni di Dio ha vissuto una fase di involuzione urbanistica che rischia di sfociare nella marginalità e nell’incuria.
Senza contare l’immenso valore simbolico dell’iniziativa, trasformare un luogo che per anni fu del disagio e del dolore, in luogo dell’aggregazione e dell’elaborazione culturale, in questo vi sono esempi significativi in molte città Siciliane, i cantieri culturali della Zisa  a Palermo e le Ciminiere a Catania.
Credo che la struttura abbia in sé una sua naturale vocazione culturale ed aggregativa, la mia opinione è quella di realizzare un grande centro culturale al servizio dei giovani e della elaborazione intellettuale ed artistica. Ma nello stesso tempo credo sia utile, che tu quale Sindaco della città t’intesti questa battaglia di progresso e di civiltà, coinvolgendo il tessuto culturale, la società civile, gli Ordini Professionali preposti, l’università di Agrigento, intorno alle soluzioni di riutillizzo possibile, anche attraverso un concorso di idee, patrocinato dal Comune. Inoltre credo necessario che l’Amministrazione di Agrigento sottoponga, qualora ancora condivisa l’esigenza di recuperare tale edificio al Ministro di Grazia e Giustizia On. Angelino Alfano quale esponente del Governo Nazionale, credo che questa rappresenti l’ennesima opportunità per dimostrare in modo chiaro l’impegno, per la verità sino ad ora non corrisposto da atti e proposte, nell’interesse della crescita sociale e civile della nostra Agrigento. Certo della tua risposta nel modo più proficuo possibile, ti auguro buon lavoro, e sono certo che non mancheranno altre occasioni di confronto costruttivo su contenuti e progetti che hanno come fine unico il contribuire alla rinascita della città”. 

AGRIGENTO – “Realizzare un grande centro culturale al servizio dei giovani e della elaborazione intellettuale ed artistica” nell’ex carcere San Vito di Agrigento. Lo propone Mimmo Pistone, componente del coordinamento cittadino, del Pd sin una lettera aperta al sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, nella quale avanza alcune proposte a proposito della riqualificazione urbanistica
Quella per la riqualificazione dell’ex carcere – secondo Pistone – è “una battaglia di progresso e di civiltà” che il Sindaco dovrebbe intestarsi, coinvolgendo il tessuto culturale agrigentino, “anche attraverso un concorso di idee”.

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Il testo della lettera:

Caro Marco, il tema della riqualificazione urbanistica, finalizzato alla costruzione di un tessuto cittadino moderno, esteticamente apprezzabile ed efficiente ha rappresentato uno dei punti più significativi  e qualificanti del programma elettorale con cui nella primavera del 2007 ci siamo rivolti agli Agrigentini. Quel programma ha rappresentato l’elaborazione di tanti uomini e donne, di movimenti e partiti politici che attraverso la tua candidatura hanno lanciato un messaggio di cambiamento e di rinnovamento della città di Agrigento.
A più di tre anni dal tuo insediamento credo sia necessario condividere con te alcune considerazioni e alcuni spunti programmatici che a mio avviso necessitano un certo approfondimento. Il territorio di Agrigento è rappresentato dalla presenza di tanti luoghi, di numerose strutture, che sono ormai diventate anche per la responsabilità di una classe dirigente incapace, che ha considerato il bene pubblico non come risorsa da tutelare e valorizzare ma come elemento secondario da sacrificare a chissà quale interresse, simbolo dell’incuria e del degrado cittadino.
Gli esempi sono numerosi, dal parco del mediterraneo di Villaseta, che doveva rappresentare il fiore all’occhiello delle strutture sportive della città, al parcheggio pluripiano di Piazzale Rosselli non ancora ultimato, al museo civico di piazza Pirandello, certamente per onore del vero e per onestà intellettuale devo sottolineare il tuo impegno per il recupero di altre strutture come il parco dell’addolorata e il palazzo Filippini. Vorrei però focalizzare la mia attenzione su un’altra struttura del centro cittadino, che credo meriti un impegno particolare, mi riferisco alla struttura che fino al 1996 ha ospitato la casa circondariale di San Vito.
Nel 2001 abbiamo condotto una battaglia per riconsegnare quel sito alla città, attraverso una raccolta di firme e anche grazie all’allora Ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Di Liberto, siamo riusciti ad ottenere la dismissione del Bene dal ministero di Grazia e giustizia al patrimonio Demaniale nelle disponibilità dello Stato, ma da allora ad oggi non è ancora arrivata da parte dell’amministrazione comunale nessuna proposta per il ripristino di quell’edificio. I motivi che mi spingono a condividere con te questa battaglia sono numerosi, certamente non ti sfuggirà che la riqualificazione della struttura avrebbe un immediata ricaduta positiva su un quartiere del centro cittadino che con la chiusura della casa circondariale, con  il trasferimento dell’ospedale San Giovanni di Dio ha vissuto una fase di involuzione urbanistica che rischia di sfociare nella marginalità e nell’incuria.
Senza contare l’immenso valore simbolico dell’iniziativa, trasformare un luogo che per anni fu del disagio e del dolore, in luogo dell’aggregazione e dell’elaborazione culturale, in questo vi sono esempi significativi in molte città Siciliane, i cantieri culturali della Zisa  a Palermo e le Ciminiere a Catania.
Credo che la struttura abbia in sé una sua naturale vocazione culturale ed aggregativa, la mia opinione è quella di realizzare un grande centro culturale al servizio dei giovani e della elaborazione intellettuale ed artistica. Ma nello stesso tempo credo sia utile, che tu quale Sindaco della città t’intesti questa battaglia di progresso e di civiltà, coinvolgendo il tessuto culturale, la società civile, gli Ordini Professionali preposti, l’università di Agrigento, intorno alle soluzioni di riutillizzo possibile, anche attraverso un concorso di idee, patrocinato dal Comune. Inoltre credo necessario che l’Amministrazione di Agrigento sottoponga, qualora ancora condivisa l’esigenza di recuperare tale edificio al Ministro di Grazia e Giustizia On. Angelino Alfano quale esponente del Governo Nazionale, credo che questa rappresenti l’ennesima opportunità per dimostrare in modo chiaro l’impegno, per la verità sino ad ora non corrisposto da atti e proposte, nell’interesse della crescita sociale e civile della nostra Agrigento. Certo della tua risposta nel modo più proficuo possibile, ti auguro buon lavoro, e sono certo che non mancheranno altre occasioni di confronto costruttivo su contenuti e progetti che hanno come fine unico il contribuire alla rinascita della città”.

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