Agrumi di Sicilia, verso una nuova legge quadro a favore del comparto

Agrumi di Sicilia, verso una nuova legge quadro a favore del comparto

Una nuova legge quadro che regolamenti il comparto agrumicolo e valorizzi le eccellenze Dop, Igp e bio prodotte in Sicilia. Ma anche nuovi progetti a sostegno della ricerca scientifica e tecnologica nella programmazione comunitaria 2014/20. È questa la proposta lanciata dalla presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati, a margine del workshop svoltosi oggi a Siracusa, promosso in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari.

Il workshop dedicato alle virtù salutari degli agrumi ha avuto per protagonisti autorevoli esponenti del comparto ospedaliero e universitario di tutt’Italia dove sono in corso importanti studi di laboratorio e clinici.  “Incoraggiato anche da questi importanti riscontri scientifici – ha dichiarato oggi la Argentati a Siracusa – l’intero cda del Distretto  ha infatti deciso di lavorare di concerto con il territorio perché il Parlamento vari un nuovo Piano Agrumi, ossia una nuova legge quadro (l’ultima risale al ’98) che, frutto di una reale condivisione – ha sottolineato – disciplini il comparto e punti all’interazione con enti pubblici, università ed enti di ricerca nei temi dell’innovazione, della comunicazione e del marketing delle eccellenze agrumicole siciliane”.

“Il Distretto – ha affermato Giuseppe Pasciuta, vicepresidente del Distretto Agrumi di Sicilia – deve assumere un ruolo di regia a livello nazionale in ragione del fatto che la nostra regione vanta la maggiore superficie di agrumi in Italia, quattro agrumi a marchio Dop e Igp, (altri due sono in corsa per l’ambito riconoscimento) e la maggiore superficie di agrumi in coltivazione biologica. Analoga strategia – ha aggiunto – va condotta sulla programmazione UE 2014/20 a sostegno dell’intero comparto agrumi, con interventi specifici per l’innovazione di prodotto, per il miglioramento della qualità e per contrastare efficacemente le emergenze fitosanitarie. Ed infine garantire ai produttori le adeguate risorse per i miglioramenti aziendali, per l’efficientamento dei servizi irrigui e una reale sistemazione della rete stradale rurale”.

29 maggio 2015


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