Catania, sei consiglieri chiedono l’elezione di un rappresentante dei cittadini extracomunitari

Catania, sei consiglieri chiedono l’elezione di un rappresentante dei cittadini extracomunitari

Il regolamento che ne disciplina l’elezione, approvato nel 2010, non è mai stato applicato. “L’amministrazione in carica ponga fine all’inadempienza della passata amministrazione”.

CATANIA – “L’amministrazione comunale proceda all’indizione dell’elezione del Consigliere comunale rappresentante degli extracomunitari, ponendo fine all’inadempienza della passata amministrazione che risale al febbraio del 2010”. A chiederlo, con un’interpellanza al Sindaco e al Presidente del consiglio comunale – primo firmatario il consigliere comunale e presidente della commissione Bilancio Niccolò Notarbartolo – sono sei componenti del consiglio comunale. A firmare l’interpellanza, oltre a Notarbartolo, sono Ersilia Savarino, Elisabetta Vanin, Sebastiano Arcidiacono, Nino Vullo e Agatino Lanzafame.
“L’art. 10 dello Statuto del Comune di Catania prevede l’istituzione della figura del consigliere aggiunto, eletto direttamente dai cittadini extracomunitari residenti a Catania, con la finalità di perseguire il raggiungimento dell’effettiva parità dei diritti civili dei cittadini extracomunitari residenti nel territorio comunale di fronte alle istituzioni”, scrivono i consiglieri comunali.
“Verificato che l’Amministrazione comunale è inadempiente, non avendo applicato il regolamento approvato con deliberazione del Consiglio Comunale del 18 febbraio 2010”, i firmatari dell’interpellanza sollecitano, “l’Amministrazione a provvedere all’indizione dell’elezione del Consigliere aggiunto rappresentante dei cittadini extracomunitari nel Comune di Catania, predisponendo immediatamente tutti gli atti e gli adempimenti del relativo procedimento preparatorio (tenendo di ciò conto anche ai fini della predisposizione di apposito capitolo nella bozza di Bilancio 2013) e ad avviare formalmente il dialogo con i soggetti e le comunità coinvolte al fine di realizzare un processo partecipato ed inclusivo in cui i partecipanti siano messi nella condizione di esprimere liberamente le proprie identità collettive e di far valere le proprie ragioni”. » (RED)
29 ottobre 2013

 

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