Giornata della Memoria: Guccini racconta la sua Auschwitz

Giornata della Memoria: Guccini racconta la sua Auschwitz

Auschwitz” è una canzone scritta e composta da Francesco Guccini e pubblicata nel 1966. Parla di forni crematori e di bambini dispersi nel vento, insieme a milioni di individui a cui era stata negata ogni radice umana soltanto perché ebrei. Sembrava una canzone destinata a disperdersi nel vento della storia, della pace e del progresso del mondo occidentale dal dopoguerra in poi. E non a caso, proprio Guccini, amava ripetere durante i suoi concerti: “Avrei voluto dismettere questa canzone già da molto tempo”. Per aggiungere poi: “Purtroppo dobbiamo cantarla ancora”. Ma, oltre che una canzone, Auschwitz è anche la meta del viaggio che Francesco Guccini intraprende, nel marzo del 2016, con il nuovo Vescovo di Bologna, Monsignor Matteo  Maria Zuppi, e con la classe 2”B della Scuola Media Salvo d’Acquisto di Gaggio Montano sull’Appennino bolognese. Un viaggio raccontato da Francesco Conversano e Nene Grignaffini nel documentario “Son morto che ero bambino. Francesco Guccini va ad Auschwitz” che Rai Cultura propone venerdì 27 gennaio – nella Giornata della Memoria – alle 21,10 su Rai Storia. Il cantautore e i suoi compagni di viaggio partono con Il treno “in treno per la Memoria” il 10 marzo 2016 da Milano, dal binario 21. Il Binario 21 della stazione di Milano Centrale è il luogo da cui ebbe inizio l’orrore della Shoah per la il capoluogo lombardo. Da qui infatti partirono, tra il 1943 e il 1945, i treni pieni di deportati ebrei diretti ai campi di sterminio nazisti. In tanti partirono, in pochissimi tornarono. “Francesco Guccini e il Vescovo durante il viaggio in treno – dicono gli autori – dialogano tra loro e raccontano ai ragazzi e alle ragazze la tragedia di Auschwitz ma anche di quanto sia più che mai necessario oggi parlare di memoria, di guerra, di intolleranza, di dialogo, di pace. Quello raccontato dal documentario  è un viaggio di pensieri, parole, memorie, ricordi, domande, racconti, riflessioni sul perché questa vicenda viva ancora nel nuovo millennio, sul perché quel male radicale, quel buco nero, si riproduca ancora oggi, sotto altre forme nel mondo occidentale”.
La programmazione di Rai Storia – dedicata per tutto il giorno al ricordo della Shoah – comprende anche, alle 22,10, il documentario “Una giornata, in particolare” che attraverso un filmino amatoriale del 1931, girato nel giardino di una famiglia ebraica romana  e recentemente ritrovato a Buenos Aires, ci racconta uno spaccato della realtà italiana negli anni del regime fascista precedenti le leggi razziali del ’38.
Alle 22.40, in prima assoluta, il doc di Flaminia Lubin, prodotto da 50 Good Italians con Rai Cinema, “The displaced” dedicato ai campi di concentramento dopo la liberazione. Come furono gestiti dagli alleati gli ebrei appena liberati? Alcuni rimasero addirittura nei campi, altri spostati, altri vagarono senza meta per l’Europa. E sono gli stessi sopravvissuti a raccontarlo. » red
27 gennaio 2017


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