Immigrati, cittadinanza Fondazione Xenagos “Urgente riconoscere lo ius soli”

ROMA – “Basta aspettare! Chi nasce o cresce in Italia è italiano”. Questo è lo slogan della manifestazione organizzata dal Forum Immigrazione del Partito democratico. Presenti in prima fila i protagonisti della seconda generazione di figli di immigrati provenienti da diverse città italiane, insieme ai parlamentari del Partito Democratico e alla presidente del Forum Immigrazione Livia Turco.
Proprio oggi finalmente su iniziativa del Partito Democratico verrà discussa in Parlamento la riforma della legge sulla cittadinanza, che il centrodestra in questi mesi ha continuato a bloccare.
Il Segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, intervenendo alla manifestazione ha dichiarato “Se tutti noi italiani accettiamo l’idea che ci sono ragazzi che non sono né immigrati né italiani, siamo noi italiani ad essere fuori dal mondo nuovo. Un grande Paese deve capirlo, se vuole dare un futuro a tutti i nuovi figli. Un milione di Balotelli che ci sono in Italia devono veder riconosciuti i propri diritti. In caso di futuro esecutivo a guida Pd, la nuova legge sulla cittadinanza sarà il primo provvedimento in esame, per far fronte a questa discriminazione inaccettabile”.
Sul tema è intervenuta la Fondazione Xenagos. “Il mancato riconoscimento dello status di cittadino, a chi è nato in Italia, rappresenta un potenziale elemento di esclusione dai diritti che sono considerati basilari per la persona. Si rischia di creare un pericolosa discriminazione, di trasformare i diritti in privilegi validi solo per i cittadini, ossia per coloro che possono vantare ‘il sangue giusto’. Lo dichiara Orazio Micalizzi presidente della Fondazione Xenagos, salutando con favore l’esame da parte del Paramento del progetto di legge che consente di concedere la cittadinanza ai minori nati da genitori stranieri.
“I residenti – continua il presidente di Xenagos – rischiano di essere classificati in individui di serie A e individui di serie B, sulla base delle possibilità di accesso alle opportunità e ai servizi, generate dai diritti di cittadinanza”.
“La presenza di oltre un milione di non cittadini nel nostro Paese – dichiara Mauro Maurino, Presidente del comitato scientifico della fondazione Xenagos – è una questione ineludibile per una società che si interroga sul proprio futuro. Bisogna affrontare questi temi mettendo da parte questioni ideologiche ed utilizzando la giusta concretezza”.
“È in atto – continua Maurino – una vera e propria emergenza democratica. Un’emergenza che non interpella soltanto lo stato, le leggi, le amministrazioni locali, ma anche la società civile e il tessuto imprenditoriale”.
“Il presidente Napolitano – prosegue Mauro Maurino – ha autorevolmente ricordato che questi ragazzi e ragazze sono ‘nuovi cittadini italiani’ e rappresentano ‘energia vitale per l’Italia’. Crediamo sia nell’interesse collettivo giungere ad un’equa distribuzione delle opportunità che generi la mobilità sociale capace di dare forza alle nostre comunità, speranza ai giovani e sicurezza ai più deboli a prescindere dall’etnia di provenienza”.
La Fondazione Xenagos chiede, inoltre, una revisione della legge sulla cittadinanza (Legge 91/1992) che preveda la riduzione da 10 a 5 anni del periodo di tempo necessario a una persona straniera per poter chiedere di diventare cittadino italiano (cosiddetta “cittadinanza breve”).


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