La Passione

CINEMA – Gianni Dubois (Silvio Orlando), è un regista un po’ sfigato, caduto in disgrazia. Da qualche anno, come non risparmia di ricordargli il suo cinico agente, non riesce a girare un film. Finalmente gli si presenta “la grande occasione”: scrivere un film per un’attricetta (Cristiana Capotondi), star del piccolo schermo che vuole fare il grande passo verso il cinema.
Dubois è costretto ad abbandonare i suoi progetti creativi, per una perdita d’acqua nella sua casa toscana. Giunto, di gran carriera, nel piccolo borgo scopre che il danno è più grave di quanto potesse immaginare: l’acqua ha danneggiato un prezioso affresco del Cinquecento, della chiesa adiacente. Il Sindaco (Stefania Sandrelli) ed il rapace assessore (Marco Messeri) sono pronti a denunciarlo alla Sovrintendenza, sarebbero però disposti a soprassedere se il regista fosse disposto a curare la messa in scena della rappresentazione della Passione, del Venerdì Santo, che si svolgerà di lì a pochi giorni. Costretto dal ricatto a rimane nella cittadina, prova a mettere insieme una strampalata compagnia capitanata da un ex galeotto (Giuseppe Battiston). Per il ruolo di Gesù c’è il popolarissimo meteo-man locale, un attore cane (Corrado Guzzanti). Dubois cerca di non buttare all’aria la sua “grande occasione” ma non può fare a meno di sottostare al ricatto. Scrivere il film non è facile, la sua fantasia è ossessionata dalla cameriera di un bar (la bellissima Kasia Smutniak).
Tutto sembra andare male, d’altronde Dubois è uno sfigato, il lieto fine arriva, ma a modo suo.
Il cast è di prim’ordine, le lodevoli interpretazioni di Orlando e Battiston, della Sandrelli e di Messeri non fanno più notizia, Guzzanti non delude e dona un paio di battute irresistibili. L’innesto di alcuni caratteristi e di qualche dilettante, è orchestrato, con grande maestria da Carlo Mazzacurati. La Toscana, con i suoi borghi incontaminati, risparmiati dall’invasione dei telefonini, fa il resto. Le risate, sane ed intelligenti, non mancano come lo spazio per qualche amara riflessione.
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