“L’arte di essere fragili”: chi l’ha detto che Leopardi era uno sfigato?

“L’arte di essere fragili”: chi l’ha detto che Leopardi era uno sfigato?

Il 31 ottobre è uscito “L’arte di essere fragili – come Leopardi può salvarti la vita”, l’ultimo libro di Alessandro D’Avenia, il prof 2.0 che, da anni, sta girando in lungo e in largo l’Italia a stretto contatto con i più giovani, arrivando ai cuori anche di persone fisicamente distanti, grazie alle traduzioni dei suoi libri.
I suoi romanzi sono fonte d’ispirazione non solo per i più giovani, ma sono anche letture che aiutano ad affrontare, giorno dopo giorno, le difficoltà che la vita ci pone davanti.
Capita a volte che nessuno sembri capire davvero quello che si sta provando: il sollievo e il sostegno di cui abbiamo bisogno a volte arriva dai propri amici, a volte da degli sconosciuti che attraversano la nostra vita, altre volte ancora dalla musica, ma alcune volte sono i libri ad avere la risposta e i libri di Alessandro D’Avenia hanno molto spesso avuto le risposte che le persone, ormai affezionate ai suoi libri (oltre che all’autore stesso), stavano cercando, consapevolmente o meno.
Quest’anno il ritorno di D’Avenia sul mercato è avvenuto con un libro che non ci si aspettava: “L’arte di essere fragili” è un viaggio nelle varie fasi dell’esistenza, il tutto accompagnati mano nella mano da Giacomo Leopardi.
Chi l’ha detto che Giacomo Leopardi è un poeta “sfigato”? Più o meno tutti, risponderete voi.
In effetti sì, l’immaginario legato al poeta di Recanati non è dei più “ottimisti”, ma c’è da sottolineare anche la poca attenzione che gli si dedica solitamente nel corso degli anni di studio sui banchi.
Quanti di voi ricordano “L’infinito” a memoria?
La maggior parte di voi, ci scommetto.
Quanto di voi ricordano di cosa parli “La Ginestra”?
Molti meno, purtroppo.
Nel corso dello spettacolo teatrale che Alessandro D’Avenia sta portando in scena in giro per i teatri italiani si parla di Leopardi, sì, ma di molto altro ancora: di sogni, di speranze, di dolori, di aspettative, di sfide, di problematiche serie prese troppo spesso sotto gamba, ma soprattutto di stelle.
Quanto spesso alzate lo sguardo a cercare una stella, quando siete in giro di sera o di notte?
Quanto spesso vi fermate a chiedervi se siete davvero felici o se dietro alle vostre risposte standard alla domanda (spesso disinteressata) “come stai?” si cela la verità o una comoda maschera?
Quanto spesso vi chiedete se la strada che state percorrendo porterà davvero alla felicità?
Nel libro e nello spettacolo teatrale forse non troverete tutte le risposte a queste domande, forse sì, forse troverete altre domande a cui cercare risposte nella vita di tutti i giorni, ma sono sicura che non sarà una lettura o una visione che vi lascerà dormire tranquilli.
Assistere allo spettacolo al teatro Carcano di Milano è stata un’esperienza davvero unica: lo spettacolo è una vera e propria lectio magistralis su Leopardi, una di quelle lezioni che ti lasciano il desiderio profondo di approfondire ancora, di saperne di più, di far entrare Leopardi e il suo percorso di vita (gobba compresa… e magari qualche numero fortunato da giocare al Lotto!) nella propria, lasciando da parte la negatività e il famoso pessimismo.
Largo all’ottimismo inatteso, allora… e occhio alle stelle, perché ce n’è una che aspetta di essere quella su cui costruirete la vostra casa, in un’età o nell’altra.
“L’arte di essere fragili – come Leopardi può salvarti la vita”
€ 19,00
Mondadori
profduepuntozero.it» Chiara Colasanti
TW @lady_iron
26 novembre 2016

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