Musica, Il Santo e il suo disco: Magarìa

Musica, Il Santo e il suo disco: Magarìa

Il suo disco, “Magarìa”,  unisce tradizione musicale alla tragedia greca in maniera originale e peculiare: lui è Il Santo, cantautore, polistrumentista, lavoratore, e con questa intervista abbiamo avuto modo di conoscerlo un pò meglio.

Chi è il Santo e come si presenterebbe a chi ancora non ha ascoltato la sua musica?
Il Santo è un cantante sentimentale molto mediterraneo, italiano. È un flâneur, un cantastorie elegantemente vestito durante la catastrofe.

Come è nato “Magarìa”?
Nasce da un lungo lavoro di scrittura e di produzione. Nasce dalla necessità di raccontare la mia visione, unita all’esperienza. Da quella sottile trama di magia che ho sempre letto come sottotesto,  nel mio tentativo d’interpretare il mondo.

Il suo rapporto con la sua terra natìa è molto forte e il concept album che ha creato ne è l’esempio lampante: come vive questo rapporto con la terra che le ha dato i natali?
Sono portatore della magarìa dei miei luoghi natali. Il mio imprinting. Un misto di genetica e cultura.  Sono nato in un paesino calabrese dall’antico nome di origine bizantino, nel il territorio che da Vibo Valentia porta al mare di Capo Vaticano. Sono luoghi controversi, dove sin dalla mia infanzia ho avvertito forte la presenza arcaica del mito. Come una narrazione smarrita, che si può solo avvertire evocata. Queste le mie origini. Poi un uomo può diventare tante cose e mettere radici altrove. Ho sempre viaggiato molto e abitato molti luoghi. In fondo non ho mai avuto una casa e ma mi sono sentito a casa spesso.

Com’è nata l’idea di unire Angelo Carrara all’Edipo a Colono?
Angelo Carrara ha prodotto i miei primi 3 album. Uno dei più grandi discografici italiani. Un mestiere perduto. Era un uomo tormentato e la sua storia andava raccontata. Era al contempo anaffettivo, quanto fragile e generoso. Lo vidi davvero, negli ultimi tempi, camminare verso un bancomat,  trascurato per le strade di  Milano. Per pudore non mi fermai a salutarlo.  Pensai subito ad un re decaduto ed in esilio, all’Edipo a Colono di Sofocle.  Nella sua verità universale, una tragedia greca si stava rappresentando ai miei occhi. Era Angelo che errava, espiando chissà quali colpe.  Ciò nonostante ebbe comunque la forza di produrre il mio terzo disco “Suite Deserto”.  Diceva che gli artisti vanno seguiti per diversi lavori per poter giungere alla giusta maturazione.  Nel mese di marzo del 2012 , morì suicida in circostanze tragiche.“Edipo a Milano” era l’unico modo che avevo per ricordarlo e ringraziarlo. Una canzone e un video che insieme fanno un gesto.  Un rito.

Se volete seguire Il Santo su Facebook questa è la pagina www.facebook.com/ilsantofanpage/timeline
» Chiara Colasanti
TW @lady_iron
12 giugno 2016

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