È ormai prossima la conclusione del progetto Nautilus 2. Il prossimo 30 giugno 2012 saranno chiusi i 12 sportelli creati su tutto il territorio nazionale, sia nei pressi dei CARA che nelle città con maggiore presenza di richiedenti asilo: Gradisca d’Isonzo, Roma, Crotone, Bari, Brindisi – Restinco, Foggia, Caltanissetta, Trapani, Torino, Catania, Cagliari e Milano.
Il progetto è stato coordinato dal Consorzio Connecting People ed ha visto la partecipazione e la collaborazione del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza, l’Aiccre, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), il Consorzio Mestieri, del consorzio Communitas e di ITC.
“Nonostante le attività da realizzate siano state riprogrammate su soli 9 mesi, contro i 12 previsti, a causa di un ritardo di un parere della Corte dei Conti, i risultati raggiunti sono andati oltre quelli fissati dal progetto”. Lo dichiara il direttore del Progetto Giuseppe Lorenti.
“Grazie al lavoro svolto presso gli sportelli – continua – rimarrà sul territorio uno straordinario patrimonio di conoscenze, di professionalità degli operatori formati, di competenze acquisite attraverso l’esperienza, le buone prassi consolidate, le relazioni costruite”.
Gli sportelli, nelle due annualità del progetto, hanno realizzato oltre 10.000 interviste, confluite in una banca dati.
“Tali interviste – spiega Lorenti – hanno permesso di individuare competenze, esperienze professionali e progetti di vita dei rifugiati, che sono in Italia alla ricerca di un miglioramento delle proprie condizioni di vita e lavorativa e familiare ma che spesso non trovano o si vedono negato l’accesso ai servizi ed alle opportunità, sebbene mostrino una ferma volontà di integrarsi nella società”.
“Gli sportelli – aggiunge – hanno perciò svolto un’enorme lavoro quotidiano di orientamento, di formazione e di informazione sui servizi e sul territorio”.
Il dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, guidato dal professor Mario Morcellini, ha realizzato una ricerca su gli oltre 4.000 questionari, somministrati fino al 30 giugno 2011.
“Una fotografia della situazione dei rifugiati in Italia, che consentirà di rafforzare il programma nazionale asilo, integrandolo con le soluzioni territoriali, che permetterà di effettuare interventi basati sulla realtà dei fatti emancipandosi dalle pericolose oscillazioni tra buonismo e cattivismo, al quale gli interventi che riguardano i rifugiati sono spesso sati ispirati. Speriamo che si possa passare dall’emergenza all’accoglienza ed all’integrazione ispirata a principi di razionalità, umanità, economicità”.
“Il Consorzio Connecting People, oltre tutte le attività e i risultati previsti dalla convenzione – prosegue Giuseppe Lorenti – ha ampliato ed arricchito il progetto Nautilus con servizi aggiuntivi, non previsti dal bando e dal Ministero. Sono sati redatti oltre 500 curriculum vitae, i rifugiati sono stati assistiti e sostenuti nell’inserimento lavorativo e nella formazione professionale. Più di un centinaio di rifugiati è stato sostenuto concretamente in forme di orientamento o accompagnamento al lavoro, attraverso l’attivazione di una ventina di tirocini formativi; più di 50 rifugiati sono inseriti in corsi di formazione professionale, e 15 hanno trovato lavoro. Sei rifugiati sono stati inseriti nel progetto Start it Up delle Camere di commercio di Catania e Udine, finalizzato al sostegno di percorsi di auto imprenditorialità”.
“Inoltre – conclude Lorenti – gli operatori degli sportelli hanno realizzato dei corsi di educazione alla cittadinanza per oltre 1.000 rifugiati, venendo così incontro a un loro grande bisogno di conoscenza del nostro Paese, ed in linea con quanto statuito dall’Accordo di integrazione, che prevede la conoscenza degli immigrati delle nozioni fondamentali riguardo al nostro paese”.
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