NUCLEARE – Il Governo ha deciso di rinunciare al programma nucleare. Nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus, all’esame dell’Aula del Senato, è stata inserita l’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari. La retromarcia è inserita in un emendamento “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”. Con questa norma dovrebbe saltare il referendum previsto per il prossimo 12 giugno.
La retromarcia sarebbe stata imposta dalla Presidenza del Consiglio preoccupata che, sull’onda emotiva della catastrofe giapponese, il referendum potesse raggiungere il quorum. Il referendum sul nucleare avrebbe rischiato di far raggiungere il quorum anche al referendum sul legittimo impedimento, che rappresenta uno degli strumenti con cui il premier cerca di evitare i numerosi processi in cui è coinvolto.
“Il governo vigliaccamente toglie la parola agli elettori” dichiarano i senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Per noi – ha commentato la capogruppo Pd nella commissione Ambiente di Montecitorio Raffaella Mariani – è una buona notizia perché abbiamo ottenuto quello che chiedevamo: l’eliminazione del programma nucleare che non garantiva sicurezza ai cittadini, alle imprese, ai territori. Il rischio che ora dobbiamo combattere è il subdolo tentativo del governo di delegittimare l’appuntamento referendario nel suo complesso, puntando a una bassa partecipazione: obiettivo che dobbiamo contrastare con tutte le nostre forze”.
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