Ortofrutta: Italia gigante d’argilla, boom di Georgia e Perù

Ortofrutta: Italia gigante d’argilla, boom di Georgia e Perù

Un gigante con i piedi d’argilla: così appare il comparto dell’ortofrutta made in Italy che con un export di 8 miliardi di euro supera qualunque altro comparto dell’agroalimentare, compreso il blasonato vino, e conta tra i suoi addetti un agricoltore su tre. Un gigante che vede negli ultimi dieci anni tuttavia perde quote di mercato nella competizione mondiale, dove trovano “un posto al sole” emergenti come la Georgia per le nocciole e il Perù per l’uva da tavola oltre che colossi Usa, Canada sempre più specializzato in legumi, Egitto e Cina. Nell’ultimo decennio, sul commercio mondiale di ortofrutta fresca (pari a 156 miliardi di dollari), la quota dell’Italia è scesa dal 5,1% al 3,6% mentre rispetto all’export di ortofrutta trasformata (56 miliardi di dollari) il peso dei nostri prodotti e’ diminuito dal 7,7% al 6,5%. Lo rileva il “Rapporto Nomisma – Unaproa sulla Competitività del Settore Ortofrutticolo Nazionale”, presentato oggi a Roma, che, anche in questa fase di crisi, individua elementi per recuperare terreno.

“Ci salveranno kiwi e mele nei nuovi mercati” ha sintetizzato Denis Pantini, direttore area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma, tra i curatori del Rapporto. “Se è vero che la Cina è diventato un competitor agguerrito – ha osservato l’analista economico secondo quanto riporta l’Ansa – è anche vero che il mercato cinese nel 2015 ha importato qualcosa come 8,6 miliardi di dollari di ortofrutta fresca, il 631% in più rispetto a dieci anni prima. Di questa apertura ne hanno beneficiato anche le nostre imprese: la Cina, con una quota del 5%, rappresenta il quinto mercato di esportazione del nostro kiwi, dopo Germania, Spagna, Francia e Stati Uniti, evidenziando come per le nostre produzioni a più lunga conservazione (kiwi appunto ma anche mele), il mercato d’oltremare sia quello con le prospettive di crescita più rilevanti”. Intanto l’Italia, secondo il Rapporto Nomisma-Unaproa, negli ultimi due anni mostra una parziale ripresa dei consumi di frutta e ortaggi rispettivamente del 3,9% e 2,2%. » red
4 maggio 2016


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