Per un Pd fuori dalle larghe intese

Per un Pd fuori dalle larghe intese

Continuiamo a pubblicare i contributi dei candidati alle elezioni primarie per il segretario del Pd, è il turno di Giuseppe Civati.

Per un PD fuori dalle larghe intese
A schiacciante maggioranza (72%) gli elettori del Partito Democratico vogliono che le larghe intese finiscano presto e non approvano il loro operato, che fa scivolare il nostro Partito verso destra, ostaggio della propaganda elettorale berlusconiana. È questo il risultato della consultazione online alla quale avete partecipato (attraverso la newsletter diffusa a livello nazionale) ed è questa l’alternativa politica che Giuseppe Civati sta costruendo da febbraio, che deve essere – e che ora non è – al centro del dibattito congressuale, perché altrimenti non si capiscono le ragioni del nostro impegno.
Ci avete detto che questo governo deve durare “pochi mesi, il tempo di fare una nuova legge elettorale e la legge di stabilità”, o comunque (23%), al massimo, “poco più di un anno, fino alla fine del semestre europeo”. Un governo di legislatura, sorretto da una “maggioranza politica coesa” – come disse Enrico Letta – non è nelle vostre, nelle nostre, corde: solo il 5% di voi è favorevole a questo scenario.
Lo scivolamento verso la peggiore destra europea lo percepiamo nelle scelte di questo governo, a partire dalla questione IMU. Il 93,5% di voi non ha cambiato idea e crede ancora – come abbiamo sempre creduto – che chi può permettersi di pagare l’IMU sulla prima casa debba farlo, perché solo così potremo alleggerire il carico fiscale sul lavoro, per tornare a quella parola che ogni politica di centrosinistra dovrebbe tenere sempre come riferimento: uguaglianza.
E sono precisamente l’uguaglianza, il lavoro e la riforma della legge elettorale che devono essere prioritarie nell’azione di questo governo. Riforma elettorale (44%) e provvedimenti a favore dell’occupazione (41%) da fare subito, per tornare al voto il più presto possibile, come abbiamo detto sopra.
Le alternative politiche ci sono finché c’è qualcuno che fa politica, e che queste alternative le costruisce. E tanto meglio se il metodo è incentrato sul dialogo con iscritti ed elettori, con quel popolo delle primarie che ancora una volta chiamiamo a raccolta, ma di cui ci dimentichiamo tra una primaria e l’altra. Questa consultazione avremmo dovuto svolgerla tra febbraio e aprile, in pochi giorni così come noi l’abbiamo fatta ora: oltre il 50% di voi ritiene che il primo errore lo si fece proprio allora, quando Il Partito Democratico ha sbagliato, perché non si governa con la destra e comunque, prima di prendere una decisione così importante – quella di avventurarsi nelle larghe e lunghissime intese –, avrebbe dovuto consultare gli iscritti.
www.civati.it

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