Sicilia, quattro spettacoli per il decennale del riconoscimento dell’Opera dei Pupi

CULTURA – Da giovedì 15 a domenica 18 dicembre L’Aassessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità’ siciliana e il museo “Antonio Pasqualino” celebreranno il decennale del riconoscimento dell’Opera dei Pupi siciliana quale patrimonio orale ed immateriale dell’umanità, con quattro spettacoli in altrettante città siciliane riconosciute dall’Unesco.
Il programma della rassegna “Oral and Intangible Heritage Festival – L’Opera dei Pupi siciliana patrimonio orale ed immateriale dell’Umanità” prevede “Il gran duello di Orlando e Agricane per amore di Angelica” della Marionettistica Fratelli Napoli di Catania (15 dicembre, ore 21, Catania – Vecchia dogana); “L’assedio di Parigi” della Compagnia Teatro Arte Cuticchio di Palermo (16 dicembre, ore 21, al museo archeologico di Agrigento); “Agricane assedia il castello di Angelica” della Compagnia Vaccaro-Mauceri di Siracusa (17 dicembre, ore 21, al castello Maniace di Siracusa) e, per concludere, “La morte di Gattamugliere” della Compagnia Carlo Magno di Palermo (18 dicembre, ore 21, alla “Sala Gagliardi” di Palazzo Trigona a Noto).
“L’inserimento nella lista dei capolavori dell’umanità dell’Opera dei Pupi – ha detto l’assessore regionale dei beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo, nel corso della presentazione dell’iniziativa – è il più alto riconoscimento alla nostra identità siciliana ed è dunque un patrimonio che non può essere disperso ma è una realtà da conservare e valorizzare. Questi eventi inseriti in rassegna raccontano le esperienze e l’unicità della grande tradizione dei pupi e la Regione, anche in un momento difficile come quello attuale, ha il dovere di sostenere questa arte, preziosa eredità del passato, ammirata e conosciuta in tutto il mondo, che continua a diffondere cultura”.
“Con le proclamazioni dei “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità’” del 2001 – ha spiegato il direttore artistico del museo Pasqualino, Rosario Perricone – i patrimoni immateriali etnici sono finalmente saltati fuori dall’anonimato e dalla loro dimensione folclorica”.


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