Turchia a Expo, a tavola la saporita cultura di un paese tra l’Europa e l’Asia

Turchia a Expo, a tavola la saporita cultura di un paese tra l’Europa e l’Asia

Un tour aperto per raccontare la storia, le tradizioni e la cultura di un Paese a cavallo tra l’Europa e l’Asia. È il padiglione della Turchia a Expo 2015: esteso su quattromila metri quadri, simboleggiato dal melograno, questo spazio per una sera ospita “Istanbul gourmet“, una cena per raccontare la storia culinaria del Paese attraverso piatti della tradizione rivisitati da Chem Tunca e preparati dallo chef Selim Sugludag.

Ogni ricetta, che ripercorre la millenaria storia agricola del Paese, rappresenta una sfida. Un mix di sapori e ingredienti appartenenti ai diversi popoli che si sono succeduti generando un’esplosione di gusto che dai colori ai profumi ricordano la Turchia. Un’idea di Esra Ekmekci, fondatrice di dDf dream Design factory, agenzia che ha realizzato concept, progetto e organizzazione del padiglione secondo il motto “Scavare nella storia per il futuro del cibo”. “Abbiamo pensato a cosa potessimo portare dalla Turchia, come rappresentare l’eredità culturale, la nostra ricchezza a chi arriva a Expo: mostriamo il nostro modo di vivere, le tradizioni e anche il modo di mangiare” ha spiegato la direttrice del padiglione.

“Dato che siamo qui in primavera, estate e autunno abbiamo concepito un padiglione in parte aperto e in parte chiuso. Abbiamo visto che qui tutti si rilassano, guardano le mostre e discutono di cultura turca. La principale differenza rispetto agli altri padiglioni è proprio che noi siamo aperti: altrove trascorrono al massimo mezz’ora, qui si fermano di più, anche con i bambini e si godono davvero lo spazio” ha aggiunto la direttrice, che è anche docente universitaria di diritto internazionale.

Il padiglione turco a Expo Milano 2015 rappresenta un moderno cavanserraglio, simbolo di ospitalità. Un edificio con un ampio cortile e un porticato per la sosta delle carovane che attraversavano il deserto. Nel percorso, viene sottolineato in una nota, grande attenzione è dedicata alle spezie, in ricordo della via della seta, al tè e al caffè, da sorseggiare magari nella fontana ottomana, alla sostenibilità ambientale dei materiali da costruzione, anche in vista del dopo Expo. “Le strutture sono troppo complesse per essere riportate in Turchia, pensiamo solo alle piastrelle, ma se ci fosse un progetto per far restare il padiglione in Italia sono sicura che il ministro dell’Economia sarebbe felice”.

25 luglio 2015


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