25 aprile, fischi per La Russa

ROMA – Sotto una pioggia insistente si è tenuta all’altare della Patria la celebrazione ufficiale del 25 aprile. Come ogni anno è assente Silvio Berlusconi, con il Presidente della Repubblica, sono presenti il Presidente del Senato, Renato Schifani, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ed il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
La cerimonia è stata dedicata alla consegna della medaglia d’oro al merito civile alla memoria di Mario Pucci, un giovane di 20 anni ucciso barbaramente dai fascisti a Firenze il 13 giugno 1938, perché si rifiutò di rilevare i nomi dei compagni con cui aveva distribuito dei volantini, ritenuti sovversivi.
Quando Ignazio La Russa si è diretto al podio per il suo intervento è stato fischiato.
Grandi applausi, invece, per Giorgio Napolitano. Un discorso di alto profilo istituzionale, che è entrato nella cronaca politica con un importante monito, capace di suscitare l’entusiasmo della folla, che con qualche applauso ha sottolineato i passaggi del suo intervento.
Napolitano ha ricordato come le celebrazioni di oggi siano indissolubilmente legate con quelle per l’Unità d’Italia. “Nella Resistenza- ha detto il Capo dello Stato – ritroviamo le forze migliori della nazione impegnate a perseguire gli stessi grandi obiettivi ideali: libertà, indipendenza, unità”.
Ha poi invitato le forze politiche, nonostante le imminenti elezioni, a non far prevalere “il cieco e acceso scontro”, nell’interesse di tutti.
Le riforme, ha detto Napolitano, devono essere fatte “senza mettere in forse quei principi, quella sintesi di diritti e di libertà, dei diritti e dei doveri civili, sociali e politici, che la Costituzione ha sancito nella sua prima parte”.

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