Buttaniggi

 PENNE E TULIPANI – Non ci sono più le mamme di una volta. Questa affermazione che potrebbe entrare a buon diritto fra le ovvietà di inizio settimana, grazie alla penna dissacrante di Francesco Merlo, diventa il più acuto ed incisivo ritratto sul Rubygate. Sulla prima pagina de la Repubblica, Merlo, si occupa del ruolo, non secondario, delle famiglie di provenienza delle “lupe di Arcore”. Lo fa con il suo impareggiabile stile e centrando pienamente l’aspetto più sconvolgente di questa vicenda di lussi e di miserie. Ripercorrendo le intercettazioni, emerge con chiarezza il degrado delle famiglie drogate da sogni di successo facile e rapidi arricchimenti. Nessuno è esente: padri, fidanzati, fratelli ma soprattutto le mamme. Che Merlo, da buon siciliano, idealizza e quindi ancor più vede svilite. Ricorda il rimprovero che la madre faceva alle sorelle: “Che cosa sono tutti questi buttanesimi?”, quando eccedevano nei belletti. Buttanesimi è la traduzione in dialetto italiano della parola della lingua siciliana “buttaniggi”, in cui sono raccolte tutte le abitudini e gli indizi della prostituzione, come per esempio fumare i pubblico (!?). Per fortuna quei tempi sono lontani e due indizi di buttaniggio non costituiscono una prova di meretricio. Merlo ricorda un vecchio detto: “Femmina che muove l’anca, o è buttana o poco ci manca”. Si tratta di un proverbio arcaico e maschilista, ma serve a ricordare come, in Sicilia, bastasse poco perché su una donna, e quindi su tutta la sua famiglia, calasse l’accusa di “buttana”. Oggi, invece, le famiglie cresciute di fronte al focolare a cristalli liquidi, non temono tale scomunica. E allora ecco i fidanzati che incitano, i padri che raccomandano e le madri che predispongono strategie e tutto gestiscono.

la Repubblica – 7 marzo, pag. 1
LE MAMME – MAITRESSE DELLE LUPE DI ARCORE Francesco Merlo

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