Oggi è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne e sebbene sia triste sapere che debba esistere una tale “giornata internazionale” è una di quelle ricorrenze che non può certo passare inosservata.
Troppi omicidi, troppa violenza, troppo odio sfociato dai cuori di coloro che dovrebbero dedicare solo pensieri di protezione, passione e amore.
In musica sono in molti ad aver narrato storie di passioni violente e violenze passionali, ma per una giornata come questa c’è un’artista che sta cercando di prestare la sua voce a chi non ha potuto far sentire la sua.
Stiamo parlando di Lilin, giovane artista dalla voce ruggente e graffiante, che sta muovendo i primi passi sulla scena musicale italiana con una sicurezza, un talento e dei mentori tali (stiamo parlando di artisti della levatura di Bungaro) per cui non può certo passare inosservata.
“Ma Lilin è molto altro ancora: è passionale ma razionale, è tormentata dal suo pensiero, dispensa sorrisi, è spensierata, attenta, osservatrice. Silenziosa, dalla risata fragorosa. Ironica e giocosa, ha la mente tinta dal sole e dal nero. Semplice e morbida, la sua anima è voltafaccia. Il suo nome lo deve proprio a questo sentimento contraddittorio che la fa camminare attraverso la vita; alla dinastia di Lilith, con il suo splendore, i capelli di fuoco e l’inquietudine; all’Amore. Diviene una cantautrice che vorrebbe alimentare la sua memoria; per questo motivo sente la necessità di raccontare storie e scrivere canzoni: per ricordare. Per ricordare con sentimento i visi, i suoni, il dolore. Gli anni.”
Questa canzone è nata dal ripresentarsi quotidiano di dati sempre crescenti e sempre più allarmanti di omicidi di donne innocenti e così Lilin non è riuscita più a tenersi tutto dentro.
“Qualcosa si è mosso nella mia mente, mentre davanti ai miei occhi scorrevano titoli e titoli di giornali. Nomi. Nomi di donne. Nomi di donne ed età sospese nel tempo, per sempre. A quante donne sono stati rubati tutti i giorni del domani e anche di più? A quante donne è stata tolta la possibilità di amare per colpa di gelosie e di uomini deboli? Come se l’amore di una donna dovesse essere statico, imprigionato e non libero, sincero e mutevole. Il mio nuovo singolo “Claude & Marlene”, anche questo scritto in collaborazione con Bungaro e Chiodo, è dedicato con rispetto a tutte le donne morte d’amore. Il brano non ha la pretesa di essere un inno. Questo pezzo vuole narrare l’uccisione della libertà e dell’amore di una donna, percheé fluido ed incontrollabile. Sette donne su dieci, come Marlene, muoiono per mano di chi avrebbe dovuto accudirle ed amarle”.
Un brano per riflettere, un videoclip che fa venire i brividi con una potente delicatezza che pone l’accento sulla vocale purtroppo sbagliata, ma mai così attuale, delle cosiddette “morti d’amore”. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
25 novembre 2014
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