Si conferma anche per il 2015 la performance positiva del commercio con l’estero dell’agroalimentare italiano registrando un incremento rispetto al 2014 del 7,4 per cento dell’export (37,2 miliardi di euro nel 2015) e del 2 per cento dell’import (42 miliardi di euro). Tale dinamica ha prodotto una riduzione del deficit della bilancia agroalimentare, che è sceso, per la prima volta negli ultimi 25 anni, sotto la soglia dei 5 miliardi di euro (-4.782 milioni). Ciò ha comportato un miglioramento del saldo di 1,73 miliardi di euro rispetto al 2014. Questa è la fotografia scattata dal CREA, con il suo centro di Politiche e bioeconomia, nel rapporto Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari, presentato oggi in occasione dell’evento Il commercio agroalimentare dell’Italia e il made in Italy – presentazione del Rapporto CREA organizzato da ICE e CREA in collaborazione con SMEA.
In particolare l’export è stato trainato dall’aumento dei volumi esportati (+9,3) a fronte di una diminuzione dei prezzi (-1,8 per cento). La crescita dell’import, invece, è dovuta all’aumento dei prezzi (+4,5 per cento) a fronte di una flessione dei volumi importati (-2,4 per cento). Il valore delle esportazioni (37,2 miliardi di euro) è ripartito – si legge in una nota – in 6,6 miliardi per il settore primario (in particolare frutta fresca e legumi e ortaggi freschi), in 23 miliardi per l’industria alimentare (tra cui derivati dei cereali, prodotti lattiero-caseari, ortaggi trasformati e oli e grassi) e in 7,4 miliardi per quello delle bevande (principalmente vino). Dal lato delle importazioni (42 miliardi), 14 miliardi riguardano il settore primario, 26 miliardi l’industria alimentare e 1,5 miliardi quello delle bevande.
6 luglio 2016
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