Cosentino, la Camera nega l’uso delle intercettazioni

ROMA – L’Aula della Camera oggi è stata chiamata nuovamente ad esprimersi sulle numerose inchieste in cui è coinvolto Nicola Cosentino, che lo hanno costretto a dimettersi da sottosegretario all’Economia. Con voto a scrutinio segreto, richiesto dal Pdl, l’aula di Montecitorio ha respinto la richiesta dei magistrati di poter utilizzare le intercettazioni riguardanti il deputato del Pdl: 308 voti favorevoli alla relazione della giunta per le autorizzazioni, 285 i contrari, 36 gli assenti. A votare favorevolmente sono stati il Pdl e la Lega. All’appello mancano 15 voti, rispetto a chi aveva annunciato il voto a favore dell’utilizzo delle intercettazioni. Per Dario Franceschini “Chi lo ha fatto si assume una grave responsabilità personale e politica”. Ma chi manca all’appello? “Su una cosa posso assicurare tutti – continua il capogruppo Democratico – nessuno del Pd ha votato contro l’uso delle intercettazioni”.
Questa votazione rappresentava il primo banco di prova per il Governo, ad una settimana dall’intervento di Berlusconi. Come è andata? tutti cantano vittoria. La quota 308 raggiunta dalla maggioranza è parecchio lontana dall’asticella posta dal premier a 316, per continuare a governare fino al 2013.
Per Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, “Si è dimostrato che senza Fli il Governo non ha la maggioranza in Parlamento, perché senza il voto segreto sarebbe andato sotto”. Non la pensa allo stesso modo il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri “La questione è avere la maggioranza, non 316 voti. Mi sembra un fatto positivo- dice Gasparri – e denota che la maggioranza ha ampi numeri col voto palese e con quello segreto. Franceschini è furente e dimostra lo stato di confusione dell’opposizione”.

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