Federalismo, La Loggia alla Bicamerale, il Pd abbandona la Commissione

Enrico La Loggia

Renato Schifani e Gianfranco Fini hanno nominano Enrico La Loggia presidente della commissione bicamerale per il federalismo fiscale. La commissione è l’organismo che dovrà scrivere i decreti attuativi della riforma approvata dal Parlamento, con l’astensione del Pd. Bagarre ieri nell’aula di Montecitorio, quando le agenzie hanno battuto la notizia, prima ancora che il Presidente di turno, Rocco Buttiglione ne desse comunicazione alla Camera.
Il Pd ha annunciato le dimissioni in blocco di tutti i suoi commissari. Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, spiega i motivi del clamoroso gesto: «C’era un’intesa informale con il ministro Tremonti e con il presidente della Camera per dare quella presidenza all’opposizione», – dice Franceschini. – «Né io né la presidente Finocchiaro siamo stati consultati dai presidenti delle Camere». Secondo il capogruppo democratico «questa scelta politica rappresenta una lesione al garbo istituzionale, alterato per rispettare equilibri interni alla maggioranza».«Quanto è successo con la presidenza della commissione sul federalismo fiscale – attacca in aula Michele Vietti dell’Udc – dimostra che il Pd ha sbagliato a dare fiducia alla maggioranza». L’Udc, come ricorda Vietti, votò no al federalismo. Dalla maggioranza Italo Bocchino sostiene «Che non c’è alcun obbligo di legge che assegni il Presidnete all’opposizione» e sostiene che la mossa del Pd mira solo e soltanto a «bloccare, senza avere il coraggio di ammetterlo, le riforme ed il federalismo fiscale».
«Abbiate il coraggio di dirlo in Parlamento ed al paese», dice il vice capogruppo del Pdl. Secondo Bocchino, «la verità è che il Pd, come i bambini, butta le carte all’aria quando vede che il gioco non gli sta bene». Preoccupata la Lega. Per Roberto Cota, «di fronte a una riforma così importante il problema non può essere la presidenza di una commissione».

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