Il paradosso di Licata

Il paradosso di Licata probabilmente entrerà negli annali della politica. Cosa succede a Licata di tanto originale? L’amministrazione comunale dal 30 novembre scorso vive in uno stato di incertezza e di precarietà senza eguali.
Lo scorso novembre, il Sindaco, l’assessore comunale ai servizi sociali ed il vice presidente del Consiglio Comunale sono stati arrestati con l’accusa di corruzione. I tre avrebbero intascato da un imprenditore, anche lui arrestato, una tangente per uno spettacolo musicale per i festeggiamenti del santo patrono.
Il vice presidente del consiglio si è dimesso dall’incarico. I componenti della giunta comunale hanno rassegnato le loro dimissioni, ad esclusione di un assessore che si trovava fuori sede e dell’assessore che si trovava agli arresti domiciliari.
La settimana successiva, il GIP nel revocare le misure cautelari ha sospeso dalle funzioni l’Assessore, ed ha imposto al Sindaco il divieto di dimora a Licata.
Il sindaco di Licata non può quindi mettere piede né al Palazzo di Città né nella città che è stato chiamato ad amministrare.
Il Consiglio Comunale ritenendo tale situazione insostenibile, ha votato la mozione di sfiducia. La mozione è stata votata da 18 consiglieri, due in meno dalla maggioranza qualificata prevista dalla legge. Quindi pur essendo votata dalla maggioranza dei consiglieri non è stata approvata.
25 consiglieri su 30 hanno, allora, presentato dimissioni contestuali provocando lo scioglimento del consiglio comunale.
Il sindaco, senza accorgersi di trovarsi in una situazione paradossale, ha nominato una nuova giunta. Non riuscendo a trovare concittadini che fossero disposti a far parte della giunta è dovuto ricorre ad amici residenti in altre città.
Ad oggi, dunque, Licata ha un sindaco che non può mettere piede a Licata, una giunta composta per metà da persone che non vivono a Licata e non ha un consiglio comunale.
Il professor Pitruzzella, intervenuto, nei giorni scorsi, su tale vicenda dalle colonne del Giornale di Sicilia, sostiene che non si tratta di “un paradosso ma dell’applicazione della legge”. Sarà, ma l’applicazione della legge ha provocato questa situazione paradossale. Non so se tecnicamente si tratti di un paradosso ma mi sembra quanto di più possibile lontano da un situazione di normalità.
Lo stesso professor Pitruzzella, però, terminate le valutazioni giuridiche, sostenendo che l’unico modo per uscire da questa situazione è che il giudizio sul Sindaco sia veloce, non ha potuto fare a meno di esprimere un giudizio politico che sfocia nelle valutazioni sulla validità etica della scelta compiuta dal Sindaco, il quale ritiene di poter continuare a fare il sindaco nonostante si trovi in “esilio”.
Non credo che questo sia l’unico modo per uscire dalla paradossale situazione in cui si trova Licata. Il modo migliore per uscirne è che il sindaco Angelo Graci, metta i suoi doveri da sindaco al primo posto, persino rispetto ai suoi più legittimi diritti di imputato. Dovrebbe dimettersi, difendersi nelle sedi opportune e consentire alla città di ritrovare, attraverso le elezioni, una guida amministrativa scevra da ogni e qualsiasi impedimento.
Anche Pitruzzella, rileva che non si tratta di una mera questione giuridica, ecco come continua l’articolo del docente palermitano.
“C’è un grande problema di etica pubblica. Ovviamente, allo stato, non c’è alcuna affermazione di colpevolezza penale: il Sindaco avrà modo di difendersi ed i giudici dovranno valutare se ha commesso un reato oppure se è innocente. Ma il grande problema che ricorre nella nostra Repubblica è quello di recuperare la fiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni, Per fare ciò occorre riprendere l’insegnamento dei classici per cui la virtù è il primo fondamento della Repubblica. Alla classe politica si chiede qualcosa di più di ciò che si chiede al comune cittadino. La classe politica, per essere autorevole e per garantire la fiducia nella «cosa pubblica», deve sforzarsi di essere al di sopra di ogni sospetto, deve essere capace di dimostrare la sua dedizione all’interesse generale. Se non riscopriamo il valore della «virtù repubblicana» nessuna riforma istituzionale potrà servire a rafforzare la legittimazione delle istituzioni e la loro capacità di governo”.
Raccolgo l’auspicio del professor Pitruzzella, spero che il giudizio sia rapido perché mentre i giudici a Roma discutono, Sagunto viene espugnata.

One Comment »