“Il silenzio é dolo” e Marco Ligabue, Lello Analfino e Othelloman ci mettono la voce


Un inno contro l’omertà che alimenta la cultura mafiosa, questo é il contenuto del nuovo singolo di Marco Ligabue realizzato insieme al rapper palermitano Othelloman e all’agrigentino Lello Analfino.
Già presente in rete, il videoclip, girato da Francesco Giannini e Maurizio Bresciani, tra Palermo e Villabate, si ispira al libro “Le piccole cose fanno la differenza- il silenzio è dolo” di Ismaele La Vardera, inviato di Telejato, storica emittente impegnata nell’antimafia. E lo stesso Ismaele La Vardera, é uno dei volti protagonisti del video, insieme al direttore di Telejato Pino Maniaci e alla testimone di giustizia Valeria Grasso, imprenditrice che ha denunciato le famiglie mafiose che le chiedevano il pizzo.
A far da scenario a questo brano di denuncia sociale ci sono i luoghi della quotidianità, dalla terrazza della Rinascente agli storici mercati rionali, per giungere al Foro Italico. 
Non solo grandi nomi, ma anche voci e volti di bambini, di giovani, di anziani e di gente comune che dice no al silenzio e toglie il bavaglio per liberare la parola.
”Il silenzio é dolo perché se c’è un luogo dove la mafia trova terreno fertile è nei silenzi delle persone e del territorio. Volevo contribuire a creare una piccola crepa in questa rete di silenzi”, spiega Marco Ligabue, parlando di come é nato questo progetto, proteso alla denuncia ma anche a mantenere viva la memoria su quanti hanno perso la vita lottando contro la mafia. Una campagna contro tutte le forme di mafia, non solo quella siciliana, infatti, Marco Ligabue, vuole creare un coinvolgimento virale tramite la rete, affinché personaggi famosi e non, ragazzi e adulti, diffondano i loro video in cui compiono il gesto di strappar via un pezzo di scotch messo sulla bocca urlando: “il silenzio è dolo”.
A muovere il progetto é stata l’inchiesta di Ismaele La Vardera, ripresa da Le Iene, sulle selezioni truccate degli scrutinatori per le europee a Villabate, che ha portato alle dimissioni del sindaco e della giunta. L’iniziativa ha riscosso anche l’appoggio del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Nino Di Matteo, convinto che “la mafia ha sempre prosperato nel silenzio, i mafiosi vogliono che di mafia non si parli”. 
Nel progetto è prevista una raccolta firme online su change.org, un tour nelle scuole e un’interrogazione parlamentare per chiedere la realizzazione di un database pubblico con un elenco dettagliato dei beni e delle destinazioni di tutti i beni confiscati alla mafia e il loro immediato riutilizzo, favorendo l’imprenditoria giovanile che spesso, rivolgendosi alle banche, trova le porte chiuse. » Silvia La Rosa
23 gennaio 2015

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