Libri, Donna Tartt con “Il Cardellino” vi accompagnerà in un’avventura ben oltre i limiti del legale!

Libri, Donna Tartt con “Il Cardellino” vi accompagnerà in un’avventura ben oltre i limiti del legale!

Donna Tartt, con il suo innegabile talento, riesce a tratteggiare in maniera spontanea e naturale, una storia incredibilmente toccante e coinvolgente, oltre che, evidentemente ben oltre i limiti del legale o dell’eticamente corretto. La storia di Theo, piccolo uomo che diventa grande dovendo affrontare una serie di sfide via via sempre più grandi di lui, è una storia che vi farà addormentare chiedendovi chissà cosa ne sarà di lui e dove lo porteranno quelle cattive compagnie, ma molto di più, dove verrà trascinato da se stesso, in questa continua ricerca di autodistruzione. Autodistruzione innescata proprio da quella bomba che gli ha cambiato l’esistenza, strappandolo dalla sua tranquilla vita con la madre, a cui era legatissimo. Ma quell’esplosione non gli ha solo tolto la mamma: gli ha donato un anello e un quadro che lo accompagneranno in una nuova vita, la cui costante diventerà quella bambina intravista poco prima del boato che gli modificherà l’udito e la vita intera. Il Theo narrante ci fa dimenticare che, dietro questo personaggio, si cela in realtà una donna (con la D maiuscola, in questo caso!) che ci sta guidando, mano nella mano, in un vortice di avvenimenti che non potrebbe lasciare indifferenti nemmeno i più avvezzi alle stranezze del mondo che ci circonda!
“I grandi quadri – la gente accorre per vederli, attirano folle, sono riprodotti all’infinito sulle tazze e sui tappetini del mouse e su qualunque cosa. E, questo riguarda anche me, puoi passare una vita intera a visitare musei con grande piacere, un bel giretto, e poi via, a pranzo da qualche parte. Ma…” tornò a sedersi al tavolo, “se un quadro ti affonda davvero nel cuore e cambia il tuo modo di vedere, e di pensare, e di provare emozioni, non pensi, “oh, amo questo quadro perché è universale”, “amo questo quadro perché parla a tutto il genere umano”. Non è questa la ragione per cui ci si innamora di un’opera d’arte. È un sospiro segreto in un vicolo. Pss, tu. Ehi ragazzino. Sì, proprio tu.” Le dita scorrevano sulla foto sbiadita – il tocco del conservatore, un tocco senza tocco, lo spazio di un’ostia tra la superficie e l’indice. “Un intimo colpo al cuore. Il tuo sogno, il sogno di Welty, il sogno di Vermeer. Tu vedi un quadro, io ne vedo un altro, il libro d’arte lo colloca in un altro modo ancora, la signora che compra la cartolina al negozio di souvenir del museo vede qualcosa di completamente diverso, per non parlare della gente d’altri tempi – quattrocento fa, quattrocento anni nel futuro -, non colpirà mai nessuno allo stesso modo, e la maggior parte delle persone non ne verrà affatto toccata in maniera profonda, ma – un quadro veramente grande è abbastanza fluido da farsi strada nella mente e nel cuore da ogni possibile angolazione, in modi unici e molto particolari. Sono tuo, tuo. Sono stato dipinto per te. E – oh, non so, fermami se sto farneticando…” passandosi una mano sulla fronte, “ma anche Welty parlava di oggetti fatali. Ogni mercante d’arte e antiquario li sa riconoscere. Opere che tornano e ritornano. Forse per qualcun altro, che non è antiquario, non si tratta di un oggetto. Può essere una città, un colore, un’ora del giorno. Il chiodo su cui il tuo destino tende a impigliarsi e a strapparsi.”

“Sembra di sentire mio padre.”
“Bè – vedila in un altro modo. Chi è che ha detto che le coincidenze sono solo il modo che Dio ha scelto per restare anonimo?”
“Ora sembri veramente mio padre.”
“E se i giocatori d’azzardo l’avessero capito meglio di chiunque altro? Tutto ciò che ha davvero valore rappresenta una scommessa. E le cose buone non entrano spesso dalla porta sul retro?” » Chiara Colasanti
TW @lady_iron

2 ottobre 2014

“Il Cardellino”

Donna Tartt

Rizzoli
896 pagine 20 euro

“Ma chissà cosa intendeva davvero dire Fabritius? Della sua opera ci è rimasto così poco che è audace persino tentare un’interpretazione. L’uccello guarda verso di noi. Non è idealizzato o umanizzato. È un uccello vero e proprio. Guardingo, rassegnato. Non c’è una morale né una storia. Non c’è soluzione. C’è solo un duplice abisso: quello tra il pittore e l’uccello imprigionato; e quello tra la testimonianza dell’uccello che il pittore ci ha lasciato e la nostra esperienza, secoli dopo.”

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