MUSICA, Amara: immagine di “Donna Libera” e del suo “Credo”

MUSICA, Amara: immagine di “Donna Libera” e del suo “Credo”

Chi è Amara, al secolo Erika Mineo di Prato, classe 1984?
Negli anni, Amara vince per ben 4 volte il concorso Area Sanremo, nelle edizioni 2008, 2009, 2010 e 2011. Vince il Premio Lunezia nella sezione Nuove Proposte, e ha così l’onore di aprire la rassegna a cui hanno partecipato artisti del calibro di Andrea Bocelli, Charles Aznavour, Vinicio Capossela, Patty Pravo e molti altri. Nel 2011, in seguito alla vittoria di un festival dedicato ai cantautori, Mogol le conferisce una borsa di studio presso il CET. Il 22 luglio 2012 viene pubblicato “Maledetta me”, il suo primo singolo, che entra nella top 40 dei brani italiani più trasmessi dalle radio. A settembre dello stesso anno, il brano viene scelto da MTV New Generation, il progetto di MTV volto a promuovere le migliori produzioni degli artisti emergenti. Dopo quest’esperienza, l’artista toscana decide di lasciare la musica per due anni, periodo nel quale sceglie di indirizzare il proprio interesse verso una ricerca spirituale e una maggiore conoscenza della propria identità. Il 4 dicembre 2014 vince per la quinta volta Area Sanremo e viene scelta da Carlo Conti per partecipare al Festival di Sanremo 2015 nella categoria Nuove Proposte con il brano “Credo”.
Dopo l’esperienza sanremese abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei, facendole qualche domanda per capire più “da vicino” chi si cela dietro “Donna Libera”.

Come ti descriveresti a qualcuno che non ha mai sentito la tua musica, come artista e come persona?
Definirsi è sempre difficile: tu hai una percezione di te stesso che poi non sai mai trasferire veramente, però io mi descriverei come una persona molto semplice, che vive la vita sorridendo ad ogni cosa che avviene, faccio musica perché sento che è una vocazione, che è una cosa vitale. Mi definisco una voce della gente semplicemente perché racconto quello che succede tutti i giorni!

Come hai vissuto l’esperienza sanremese? Come è nata “Credo”?

Il Festival è stato proprio un luna park: l’ho vissuto come una bambina, era tutto una meraviglia, una giostra bellissima! “Credo” è nata in un momento in cui ho sentito l’esigenza di sottolineare a me che il credo primordiale della vita sono cose semplici.

Come è andata questa prima esperienza di instore tour?
Bellissima! Ne senti sempre parlare, lavorando nel giro, ma quando lo vivi poi diventa curioso: ogni tappa è stata diversa perché ci sono stati anche relatori differenti, in base anche a loro poi si è sviluppato tutto il discorso! Ieri si era a Firenze: c’erano tanti amici e parenti ed è stata più confidenziale e intima; a Roma è stato proprio uno showcase perché c’era anche la band e ho fatto dei pezzi; il primo a Milano è stata proprio una presentazione, fatta da Franco Zanetti, lui è una di quelle persone che ho incontrato a Sanremo, sin dai primi anni: è stato curioso perché sembrava uno “zio” che presentava l’artista…

Qual’è stata l’esperienza artistica che ti ha arricchito di più?
L’esperienza che ho vissuto al CET di Mogol: lì ho capito che c’è un modo per essere artigiani della musica, per lavorare con le emozioni c’è un modo, anche per trasferirle nella parte letteraria e musicale. Loro mi hanno insegnato a respirare l’arte in modo sano! Poi, in questi due anni di silenzio, sono arrivata a conoscere quella parte profonda di me che spesso si tende a non conoscere perché si rimane più “esterni” a noi: un ascolto ulteriore, più nel profondo di noi stessi, è un esercizio che tutti dovremmo fare! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
13 marzo 2015

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