Musica, quattro domande a Paolo di Sabatino

Musica, quattro domande a Paolo di Sabatino

Paolo Di Sabatino, artista poliedrico del panorama musicale italiano e internazionale, parteciperà al 65° Festival di Sanremo accompagnando come pianista e arrangiatore i big in gara Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi con il brano “Io sono una finestra”. 
Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio, prima dell’inizio del carosello sanremese: perché “Sanremo è Sanremo”, ma conoscere meglio anche chi ha contribuito in prima persona alla presenza di quelle determinate canzoni sul palco può essere una ottima chiave di volta per l’approccio ad uno dei carrozzoni mediatici più sovraesposti del nostro Paese.
Non dimentichiamoci che si tratta del “festival della canzone italiana”, quindi l’attenzione dovrebbe essere rivolta maggiormente alla musica, appunto, non tanto a tutto quello che ci ruota attorno, ma… è il mondo della televisione e bisogna accettarlo!

Come descriverebbe le sue numerose attività nel mondo della musica?

Diciamo che la mia attività attualmente si dirige in diverse direzioni nell’ambito musicale: sono diplomato in musica classica, poi ho iniziato a fare il jazzista, poi ho iniziato a scrivere canzoni; collaboro con un’orchestra sinfonica, quindi ho scritto anche per orchestra; ho scritto ninne nanne per bambini, quindi diciamo che sono le ramificazioni della mia attività sono differenti, seppur sempre nell’ambito della musica! Insegno anche: sono capodipartimento di jazz al Conservatorio a L’Aquila.

L’esperienza di vita e/o artistica che più l’ha arricchita?
Ce ne sono tante, veramente tante: la prima che mi viene in mente, a livello di esperienza di vita, è la nascita della mia prima figlia, che è stata una botta emozionale veramente pazzesca! A livello professionale ce ne sono state diverse, una di quelle più importanti ed emozionanti è stata la prima partecipazione a Sanremo, nel 2007, con Antonella Ruggiero, oppure la collaborazione con Fabio Concato che è tuttora uno dei miei cantanti di riferimento e non per ultimo la collaborazione con Altan, disegnatore straordinario, una sorta di leggenda vivente che ha voluto accettare la mia proposta di collaborazione su queste ninne nanne di Pimpa, che sono nate apposta per i miei figli… diciamo che i conti tornano.
Quest’anno a Sanremo l’emozione sarà duplice: partecipo con un progetto in cui sono coinvolto in prima persona come produttore ed arrangiatore con Grazia Di Michele, mentre nel 2007 ero solamente il pianista. Oltretutto c’è un solo di pianoforte all’interno del brano… quindi, diciamo che sento più il peso della responsabilità, ecco!

La collaborazione con Grazia Di Michele com’è nata?

La collaborazione è nata nel 2011 quando l’ho chiamata a collaborare con me per un brano da inserire nel mio cd da autore di canzoni, dopo tanti cd da jazzista. In quel cd mi sono occupato di tutto, dalla scrittura delle canzoni all’arrangiamento, ho suonato il pianoforte… e ho coinvolto un po’ di cantanti, tra cui Fabio Concato, Iva Zanicchi, Peppe Servillo e altri, tra i quali Grazia Di Michele, con cui ho scritto un brano dedicato al compianto Mike Francis, di cui ero grande fan. Mi è venuto di getto questo brano in concomitanza con la sua morte e mi è venuto spontaneo poi chiamare Grazia a scriverne il testo e poi a cantarlo nel mio cd. Il brano si intitola “Francesco”, si trova su Youtube anche il video molto bello; da qui è nata questa collaborazione: ci siamo trovati molto bene insieme; Grazia mi ha chiesto di produrle e arrangiarle “Giverny”, disco del 2012, uscito con Rai Trade e abbiamo proseguito con i live fino ad arrivare poi alla produzione de “Il mio blu”, l’album che esce tra pochi giorni, in cui si trova anche il duetto con Mauro Coruzzi.

Artisti di riferimento e modalità di ispirazione?

Non si può essere slegati dalle proprie passioni: fortunatamente un artista è il risultato di tutte le esperienze che ha fatto e di tutto quello che ha ascoltato, che ha letto, che ha visto, tutte le emozioni positive e negative! Poi c’è una somma di tutte queste cose! Ho diversi artisti di riferimento che vanno dalla musica classica alla musica brasiliana, dal cantautorato italiano… ho sofferto tantissimo della morte di Pino Daniele, che insieme a Fabio Concato, è stato la colonna sonora della mia adolescenza e ritengo che sia stato ed è tuttora un artista di livello mondiale. Tanti jazzisti, tanti cantanti, da Michael Jackson a Stevie Wonder, Sting, quindi Police… sono tante le influenze che poi chiaramente, vuoi o non vuoi, quando suoni o componi, echi di queste esperienze che ti hanno formato, si possono trovare, certamente! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
10 febbraio 2015

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