Musica, “L’Ultima Ovvietà” dei Perimetro Cubo: lasciatevi stupire!

Musica, “L’Ultima Ovvietà” dei Perimetro Cubo: lasciatevi stupire!

Perimetro Cubo è un duo romano nato dall’incontro tra il cantautore Luigi Santilli e Andrea Orsini, chitarrista, arrangiatore e polistrumentista, che nella sua carriera artistica ha collaborato con Alessandro Benvenuti, Frank Gambale, Andrea Braido, ed è tuttora chitarrista dei Blooming Iris.
Dal 24 marzo è disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming “L’Ultima Ovvietà” (MusicJStudio), l’album d’esordio del duo romano Perimetro Cubo, anticipato in radio dal singolo “10 (dieci)”. “L’Ultima Ovvietà” include 8 brani inediti scritti da Luigi Santilli, le cui musiche sono state firmate insieme ad Andrea Orsini, che ne ha curato anche gli arrangiamenti. Il disco è un racconto in musica di incontri, desideri e rimpianti, curiosità e disincanto di una vita. Un viaggio che passa dal country al pop, dal rock alle melodie acustiche.
Abbiamo raggiunto Luigi Santilli per telefono per parlare con lui di questa nuova avventura musicale e farci coinvolgere in questo progetto che merita decisamente la vostra attenzione e il vostro ascolto. Come? Semplice: su Facebook facebook.com/perimetrocubomusic e su Spotify.

Chi sono i Perimetro Cubo e come li descriveresti a chi non ha mai sentito la vostra musica?

Sono due persone: Luigi Santilli (che sono io, un cantautore per passione: ho fatto musica in modo diverso per tanti anni, sempre con la passione di fare il cantautore) e Andrea Orsini, bravissimo e versatilissimo chitarrista, arrangiatore, polistrumentista. Ci siamo conosciuti per fare musica in vari modi: ci siamo incontrati e abbiamo fatto amicizia tanti anni fa, poi un po’ per scherzo, un po’ per gioco, un po’ sul serio, Andrea ha cominciato ad arrangiare delle cose che stavo scrivendo o che avevo già scritto e che avevo nel cassetto. Abbiamo iniziato a trovarci bene e abbiamo iniziato a scrivere anche a quattro mani, alcune musiche nel disco le abbiamo scritte insieme; i testi continuo a scriverli io, lui è più l’arrangiatore che aiuta anche nella definizione delle musiche. Siamo un duo, in realtà poi le canzoni hanno una realizzazione molto ricca, perché abbiamo coinvolto un po’ di musicisti di livello straordinario: ci sono Pierpaolo Ranieri (uno tra i migliori bassisti in Italia); Pasquale Angelini alla batteria; c’è poi Alessandro Forte, pianista, tastierista e maestro di canto e c’è un violinista Stefano Semprini, che ha suonato nel singolo che si chiama “Dieci”. Siamo tutt’altro che un duo chitarra e voce: il disco è molto rock, molto pop, country e acustico, molti generi e molto ricco musicalmente. Il Perimetro Cubo in realtà siamo io e Andrea, che abbiamo fatto nascere questi pezzi, abbiamo fatto nascere questo progetto: continuiamo a scrivere insieme, ci abbiamo preso gusto e stiamo lavorando anche a dei pezzi nuovi.

Come è nato “L’Ultima Ovvietà”? Molto particolare anche l’artwork dell’album, che fa riferimento a “Puzzle”, uno dei pezzi, se non sbaglio…
La parte grafica è stata curata da una bravissima artista di Roma, Chiara Fazi: noi le abbiamo dato i pezzi e le abbiamo detto che ci sarebbe piaciuto richiamare uno dei pezzi e ci piaceva l’idea del puzzle, sostanzialmente. In realtà, tutto il disco, specialmente per me che sono l’autore dei testi, è abbastanza autobiografico, non perché si parli necessariamente di me: si parla di sensazioni mie, di storie che mi sono state vissute attorno, di storie che ho vissuto io, di sensazioni che ho provato io, di sensazioni che non ho provato direttamente (c’è una canzone che parla della guerra e io la guerra l’ho vissuta giusto in televisione!). “Puzzle” è una canzone che parla delle tanti parti di ognuno di noi, dei tanti io che ci caratterizzano in momenti diversi, di personalità anche diverse, caratteristiche diverse ed è una canzone in cui mi riconosco molto! Ho suggerito di utilizzare “Puzzle” come base per costruire una copertina, lei ha fatto un disegno e un libretto davvero molto carini: anche la grafica è un modo per raccontare delle storie! Le storie le vogliamo raccontare nel modo più completo possibile, anche con i video delle canzoni che andranno in radio.
“L’Ultima Ovvietà” è una canzone che ho scritto un paio di anni fa, molto amara, l’unica canzone dell’album che inizia pessimista e finisce pessimista, mentre tutto il resto dell’album è pervaso da una positività, fosse anche solo nel finale. Alla fine l’abbiamo preso come scherzo come titolo dell’album perché tutti vorrebbero fare cose nuove: fai musica, sei uno sconosciuto, vuoi spaccare il mondo portando la cosa più innovativa di sempre e invece noi portiamo semplicemente “L’Ultima Ovvietà”, sperando che non sia così banale e così ovvio, che sia attuale, che sia diverso dagli altri! Non abbiamo scritto “Imagine” o “Yellow Submarine”, ma ci piace portare delle emozioni in modo autentico, genuino e speriamo non banale: non lo abbiamo fatto con un bieco obiettivo di vendite, ma con una spinta artistico emotiva, la cosa ha senso se non è una cosa banale, perché se così fosse, sarebbe meglio lasciare spazio a chi fa cose banali molto meglio di noi per professione e non per voglia di comunicare!
“L’Ultima Ovvietà” è un titolo amaro perché fa riferimento a qualcosa che finisce e ho sempre pensato che nel momento in cui le cose finiscono ( della serie “ti lascio perché ti amo troppo!”) non sai mai cosa dire e alla fine, nella vita di ognuno, vanno vissute, ma poi per assurdo sono delle fotocopie di cose che tutti vivono e che iniziano e finiscono nello stesso modo, come dei clichés che nascono già scritti, ma che per ognuno di noi sono sempre una “prima volta”. Un senso di tristezza e di malinconia in qualcosa che vivi senza rendertene conto; c’è poi “il peso dell’età”… non dirlo troppo forte ai tuoi lettori, ma io non sono propriamente un ragazzino… anche se l’età non si chiede alle donne e a quelli che iniziano a fare i musicisti in incognito! Ci sono dei momenti della vita in cui ti rendi conto che arrivi a riflettere su determinate cose in modo diverso rispetto alla leggerezza che magari avevi prima o ti porta a sentirti cambiato senza sapere bene il perché!

Come nascono le vostre canzoni?

Se non mi sbaglio era Troisi a dire “La sofferenza in amore è un vuoto a perdere: nessuno ci può guadagnare, tranne i cantautori che ci fanno le canzoni”.
Sono momenti di vita, sono sensazioni che vengono raccolti alla fine di un’esperienza o durante un’esperienza o dopo una delusione… “L’Ultima Ovvietà” l’ho scritto durante un periodo di vacanze natalizie in cui ero a casa malato. Ero molto giù per motivi personali ed è venuta fuori questa canzone amarissima in un periodo in cui invece attorno era allegro! “Dieci” è una canzone che ho scritto partendo da una poesia, se ascolti il testo è quasi un gioco di parole, ironizzando sulle parole che si inseguono e vengono fuori le parole, quasi inseguendosi da sole, come diceva Vasco.
Nel decidere di fare questo progetto infatti la parte più complessa era proprio decidere di mettersi in gioco: per me è mettermi a nudo di fronte al mondo perché c’è parecchio di mio vissuto là dentro!

Punti di riferimento artistici, non solo a livello musicale, magari?

Musicalmente ascolto di tutto: dalla musica classica ai Guns’n’Roses, passando per i cantanti italiani (sono un fanatico di Vasco Rossi), ma ascolto anche musica straniera! Andrea è totalmente rock, molto rock americano, anche gruppi di nicchia che nemmeno sapevo esistessero: molto chitarrista, diciamo! Per il resto… ti faccio un esempio: “L’Aquilone”, dopo tante canzoni abbastanza amare ha un approccio più positivo verso il mondo e mi è stato instillato da Charlie Brown. Il personaggio principale, in una serie di libretti era attaccatissimo all’aquilone, così come Linus era attaccato alla coperta. Questo aquilone era diventato una sorta di metafora della vita, con questo aquilone che volava e che rimaneva impicciato negli alberi, lui ci rimaneva malissimo… mentre leggevo un fumetto di Charlie Brown mi è venuta in mente “L’Aquilone”. Leggo tantissimo e spazio molto: dai fumetti ai libri gialli, ai romanzi più seri o saggi di economia o attualità! Leggere ti aiuta tanto a trovare stimoli nel giocare con le parole! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
3 maggio 2015

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