Musica, il ritorno dei Negramaro con “La Rivoluzione Sta Arrivando”

Musica, il ritorno dei Negramaro con “La Rivoluzione Sta Arrivando”

Durante la conferenza stampa del nuovo album dei Negramaro è stato un po’ come entrare in una dimensione “altra”, dove il mondo e la sua realtà veniva guardato “da un oblò”, con distacco e con passione allo stesso tempo. Lo sguardo coinvolto e sconvolto di chi la realtà la sente sempre anche troppo sulla propria pelle e la trasforma in musica per cercare di darne una propria interpretazione ma, soprattutto, non riesce ad accettarla passivamente.
“L’arte, attraverso i piccoli gesti cambia il mondo; per me la musica è un sogno, lasciate alla musica almeno il sogno che non vi siano barriere. Almeno sia uno spunto di riflessione! Dovremmo parlare della realtà e cose così brutte che non sarebbe più possibile parlare: lasciamo all’arte l’arte del sogno! Come fa uno che scrive canzoni a dire “abbiamo cambiato il mondo”? Non potrebbero dirlo nemmeno i Beatles che lo hanno fatto per davvero! Parlo per quello che ho vissuto personalmente; partire dalla coscienza di quanto sia importante la vitalità nelle cose sembra una cosa piccola da dirsi, ma non c’è nient’altro che tenga.  È chiaro che “sono solo canzonette”, ma almeno proviamoci! 140 caratteri sono importanti, siamo nella generazione dei 140 caratteri: ci si guardi dentro e si provi a fare una rivoluzione quotidiana! Prima di una città, di un monumento, di un confine, c’è un bambino, c’è una vita: ne ho le scatole piene del cinismo culturale che va di moda adesso. C’è il bisogno di uno scontro sano, verbale e civile: quando succede qualcosa come quello che c’è adesso non c’è bandiera che tenga e bisogna solo salvare le vite!”
Si è parlato, chiaramente, soprattutto di musica e anche del perché della scelta di un titolo d’impatto come “La Rivoluzione Sta Arrivando”: “Volevamo raccontare quello che per noi è stata la rivoluzione e l’evoluzione di questi anni; ho riflettuto se dovessi parlare un po’ più di cose personali che sono successe e perché non condividerle con gli altri? In questo album si parla della vita, della morte e dell’ironia, riassunti nella copertina. Il nero fa parte della vita, inizialmente ci angoscia, ma poi diventa solo una sfumatura splendida di colore; siamo nell’era dei titoli che fanno pensare e quello volevamo fare! La rivoluzione è quel tipo di rivoluzione che parte da un piccolo grande concetto: la vita va messa al centro di qualsiasi cosa. Se tutti badassimo un attimo al valore della vita sarebbe una grande, grande rivoluzione sociale e culturale.”
A cinque anni di distanza da “Casa 69” i Negramaro tornano ad un approccio “indie” alla loro musica: “Siamo arrivati al punto in cui le cose si sono, per assurdo, evolute in modo molto più semplice: la semplicità della sala prove, metter insieme tutti gli strumenti e le attrezzature in un posto unico, a Otranto dove ci siamo ritrovati in una masseria per 3/4 mesi a parlare, stare insieme… Quest’album racconta la nostra strada fino ad oggi; anche nei testi: quello che serve è una rivoluzione di gruppo. Non è facile trovare oggi aziende che riescano a credere e portare avanti dischi importanti nelle mani di sei ragazzi e per questo dobbiamo ringraziare Caterina Caselli e la Sugar in generale che hanno creduto così tanto in noi. Rimanere al passo con l’Italia con i suoi produttori che sfornano grandi hit per le radio è un onore.”
Dalla copertina a colori del loro ultimo lavoro alla copertina di questo nuovo disco lo stacco cromatico è notevole, ma dietro questo logo si nasconde molto di più:
“I simboli sono legati agli immaginari che Giuliano ha sognato e poi tradotto in parole e musica. Il lavoro grafico era già stato fatto: il disco è pieno di contenuti, però volevamo trovare comunque in chiave Negramaro un logo che potesse ridondare il titolo stesso, il che è stato arduo.
Abbiamo deciso di prendere così l’aspetto più fiabesco dello sbandieramento della bandiera dei pirati: all’epoca veniva sbandierata la bandiera per annunciare che non c’erano più speranze, noi abbiamo preso il significato più sdoganato del teschio, che ormai indossa davvero chiunque, in qualsiasi salsa. Quest’immagine riesce a racchiudere tre significati: morte, vita e ironia insieme, parte dello stesso percorso percettivo, caratteristico della condizione umana! Invece dei lifting che vanno tanto di moda per “coprire” i segni del tempo, sullo sfondo ci sono i graffi che sono i segni del nostro percorso. I dischi, come la vita, si vivono e si percorrono!” ha detto Ermanno, autore del logo e del concept grafico che ruota attorno al disco.
Un disco che promette decisamente bene e che meriterà sicuramente ben più di un unico, semplice ascolto. » Chiara Colasanti
TW @lady_iron
26 settembre 2015

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