Parix in tre domande: ecco perché non perderlo d’occhio!


MUSICA – Da qualche giorno è uscito il disco d’esordio di un artista particolarmente interessante, da tenere sott’occhio, ma soprattutto “sott’orecchio”.
Si tratta di Parix, giovane italiano dagli orizzonti tutt’altro che chiusi, musicalmente e geograficamente parlando: a 20 anni se ne è andato a Londra, per poi tornare in Italia e rimettere in gioco tutte le esperienze acquisite nel corso degli anni.
Un giovane talento eclettico e sempre curioso, che riesce a miscelare sapientemente tutte le influenze cui è soggetto così da non riuscire ad essere racchiuso in un unico genere.

Come definiresti la tua musica a qualcuno che non ha ancora ascoltato nessuna delle tue canzoni?
Gli direi di ascoltarla perché probabilmente dentro ci sono delle cose che non si aspetterebbe. Se sei un amante della musica ci possono essere sicuramente cose che ti piacciono: non si tratta di un genere specifico, quindi puoi ascoltarlo sia che ti piaccia il pop, l’hip hop che la musica dance e le produzioni bounce che suonano molto elettroniche. Ci sono comunque gli strumenti suonati: si tratta di un disco tutto suonato da me, con gli strumenti tutti assemblati da me! Ho suonato dalle batterie al pianoforte, alla chitarra; ho scritto i pezzi, ho cantato (ovviamente!), ho arrangiato, violini, robe… Ci ho davvero investito tanto impegno, ascoltalo, perché secondo me ne vale la pena!

Qualche aneddoto simpatico del dietro le quinte della creazione di Musicismo, questo one man album praticamente?
Al mio primo instore a Bologna alla Feltrinelli ho visto Shablo prendere il portafoglio, entrare nella Feltrinelli e comprarsi il disco, dopo averlo fatto con me, ridendo ovviamente. Io avevo finito le copie in omaggio che mi aveva dato Universal: le ho date praticamente tutte a mia mamma.
Quando Shablo me ne ha chiesto una copia ho dovuto ammettere di averle date tutte a lei; vederlo tirare fuori il portafogli per comprarsi l’album a cui ha lavorato con me è stato divertentissimo.
Per me è stato bellissimo fare il disco, di getto, tutto suonato da me; è stato bello anche farlo sentire agli altri, a Shablo, a Paola Zukar, alla Universal: sono stati subito tutti entusiasti, è piaciuto a tutti senza che qualcuno storcesse mai il naso quasi su niente! Un’esperienza davvero positiva!

Com’è affrontare il proprio esordio con una major dopo i primi due album autoprodotti e il tuo percorso londinese?
Un po’ una grande responsabilità, perché comunque facendo delle cose ad un certo livello, purtroppo e per fortuna, ci sono delle aspettative che poi possono venir deluse quando ci si aspetta qualcosa! Io penso che ogni ragazzino (a parte i più puristi appassionati di hip hop per cui se firmi con una major sei un bastardo, ma io non sono mai stato di questo parere!) cresce pensando “Oddio, il disco con la Universal! Uno su un milione può fare una cosa del genere!” … poi, un giorno, quando ci arrivi è una bella botta! Da parte della casa discografica comunque, facendo un investimento non piccolo, ci sono delle aspettative che si spera di non deludere; è una grandissima soddisfazione anche potermi approcciare al mondo del professionismo, lavorare con grandi nomi e mi sono reso conto, approcciandomi a loro, di essere un piccolo professionista, non completo, ma comunque, per quel che riguarda la metodologia di lavoro, non c’era un dislivello così netto! Una bella soddisfazione, adesso vedremo se con il tempo tornerà qualcosa indietro. Speriamo di sì, comunque sia, si sa com’è il mondo della musica al giorno d’oggi e quanto sia difficile farsi notare, specie con un disco come il mio, che non è di “genere”: quando ascolti il mio disco non puoi puntare il dito e dire “quello fa rap”. Sono un amante della musica a 360°: se odi i cantanti e ti piace solo il rap, il mio disco non lo apprezzi; se ti piace il cantato e non ti piacciono le strofe rap è la stessa cosa. Un bel disco, un bel lavoro e una grossa ambizione quella di volerlo far piacere alla gente, perché è un momento storico del mondo della musica molto difficile, quindi prenderemo quello che viene senza demoralizzarci. Comunque, ti dico, io ho già pronto un altro disco: mentre facevamo i video, i mix e il master di questo io ne ho fatto un altro! » Chiara Colasanti
TW @lady_iron

27 ottobre 2014

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