Passione Extravergine, lo chef Tano Simonato presenta il suo primo libro

Passione Extravergine, lo chef Tano Simonato presenta il suo primo libro

“È da tempo che mi si chiedeva di pubblicare un libro di cucina, ma sono sempre stato piuttosto restio – spiega Tano Simonato – sentivo prima il bisogno di mettere in fila i miei pensieri, le mie idee e quello che è stato ed è il mio percorso di uomo oltre che di cuoco. Con questo progetto ci sono riuscito”.
“Passione Extravergine”
racconta il percorso personale e professionale di Tano Simonato, autodidatta, geniale e creativo chef del ristorante “Tano passami l’olio”.
Il suo primo incontro con la cucina non è dovuto a una scelta, ma alla necessità: rimasto orfano di padre all’età di quindici anni si ritrova a cucinare per i suoi fratelli più piccoli, mentre la madre è al lavoro. Inizialmente è solo una noiosa incombenza, per nulla stimolante, ma pian piano scatta qualcosa: la curiosità, la voglia di migliorarsi e il desiderio di maggiore gratificazione, lo spingono a ricercare, nei libri di ricette e nell’insegnamento della madre, spunti per nuovi piatti da proporre ai suoi commensali. E qui accade la magia: quasi improvvisamente, si rende conto che è nata in lui una passione forte, bruciante e insopprimibile per la cucina. Ha trovato la sua vocazione, ciò che vorrà fare nella vita.
Il percorso si rivela però tutt’altro che agevole: ci sono i fratelli cui badare e non c’è la possibilità di frequentare una scuola. La madre, cuoca di professione, gli fornisce molti utili insegnamenti, ma la loro concezione di cucina è talmente incompatibile da rendere impensabile lavorare insieme. Tano, fin dall’inizio, è attratto dall’idea di sperimentare, innovare, giocare e stupire con le sue preparazioni, ma quest’approccio, negli anni 70, è pura fantascienza.
Impossibilitato ad esprimersi pienamente come cuoco, decide allora di intraprendere la professione di barman, che svolgerà per ben diciassette anni. Negli anni 80 il suo locale “Tanus Bar” è punto di riferimento della Milano alla moda ed è tra i primi a lanciare il concetto di aperitivo milanese, proponendo, insieme ai cocktail, vari stuzzichini di sua creazione. È un modo per mantenere il legame con la cucina, anche se, per il momento, il suo posto è dietro al bancone di un bar.
Dovrà attendere gli anni 90, per potersi finalmente dedicare al progetto inseguito tutta la vita.
In questa svolta, gioca un ruolo determinante l’incontro con l’olio extravergine d’oliva, che gli apre la mente ad un idea di cucina che sappia essere contemporaneamente divertente e creativa, ma anche più leggera e godibile. È una folgorazione che diventa quasi una necessità: spiegare, attraverso la sua cucina, come la tradizione possa evolversi, guadagnando in genuinità e salute, senza perdere nulla nel gusto.
Passare dalla visione alla realizzazione richiede qualche anno di studi e progettazione, ma finalmente, nel 1995, il sogno si realizza e Tano apre il suo ristorante, dal nome non casuale “Tano passami l’olio”. Nel 2008 arriva anche la stella Michelin e nel 2015 riceve il prestigioso riconoscimento di Miglior Tavola d’Italia dalla Guida Critica e Golosa di Paolo Massobrio e Marco Gatti.» red
31 
maggio 2016

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