Quote latte, Italia a rischio multe

Che fra la Lega e Giancarlo Galan non scorresse buon sangue non è una novità. Questa volta, però, lo scontro rischia di inserirsi in un quadro di tensioni quotidiane che fanno traballare sempre più il Governo. Le divergenze fra il ministro e il Carroccio sono emerse platealmente sulle “quote latte”. Galan ha minacciato le dimissioni. Lo scontro è esploso la scorsa settimana a Montecitorio quando Galan ha risposto ad un’interrogazione dell’Udc, a proposito dell’emendamento, presentato al Senato, che farebbe slittare al 31 dicembre il pagamento delle multe, dovute per il superamento dei tetti produttivi di latte, imposti dall’Unione europea. La questione sta molto a cuore alla Lega, la promessa dell’emendamento sarebbe arrivata dalla “trota”, Renzo Bossi. Ci aveva messo una toppa Zaia, ammettendo la rateizzazione. Un favore, ad una piccola parte di produttori che costò all’Italia una procedura di infrazione e 1,7 miliardi di euro di mancati trasferimenti da parte del’Unione, coperti, in parte, con i fondi per le infrastrutture al Mezzogiorno. Il commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos ha già inviato una nota a Galan per annunciare che se i produttori non pagheranno la Commissione sarà costretta a prendere provvedimenti. Questa vicenda si inserisce però in un più ampio quadro di fibrillazioni che vedono in sofferenza il ministro per le Politiche agricole che si è visto rigettare numerose proposte per effettuare risparmi nel suo dicastero. “Volevo abrogare Buonitalia spa, un ente che costa il 12% delle risorse che gestisce per promuovere il made in italy agroalimentare” denuncia il Ministro. “Pensavo di snellire l’Unire – accusa Galan – Niente di fatto: faccio proposte per risparmiare che vengono bocciate. Invece si fa un pasticcio con le quote latte”. Mentre oggi si trovava a Bruxelles, rispondendo ai cronisti che gli chiedono delle sue eventuali dimissioni, Galan esprime “massima fiducia” in Tremonti, che metterà tutto a posto con il maxiemendamento alla manovra su cui il Governo porrà la fiducia e che “si dimetterà chi causa multe e sanzioni europee all’Italia”. In questa, che appariva una battaglia isolata il Ministro ha trovato numerosi ed inaspettati sostegni a partire da Pierferdinado Casini, secondo cui “Una volta tanto è venuta da un esponente del governo una risposta chiara e onesta, nonché improntata alla difesa della Legalità”. Posizione ribadita oggi dal segretario Udc Cesa. Ma a fianco del Ministro non si schiera solo l’opposizione, anche la grandissima parte delle associazioni di categoria sembrano sostenerlo e, a sorpresa, esponenti del governo. Oggi sono intervenuti sulla questione il ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, secondo il quale la proroga “non va bene”, e il ministro degli Esteri Franco Frattini secondo cui “questa dilazione comporterebbe l’ennesima perdita di credibilità dell’Italia nei confronti dell’Europa”. Per sapere come andrà a finire bisognerebbe affidarsi al polpo Paul. Chi sceglierà Berlusconi, la Lega o il ministro?

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