Rinnovaibili, il decreto blocca gli investimenti. Miccichè (Fds) “O si cambia o cade il Governo”

POLITICASul decreto sulle energie rinnovabili, che punta a riscrivere il regime degli incentivi, e in particolar modo quelli al settore fotovoltaico il Governo rischia grosso. Dopo che il presidente della Repubblica Napolitano ha firmato il decreto, (testo integrale) approvato giovedì scorso dal Consiglio dei Ministri, non si placano le proteste degli ambientalisti e delle aziende del settore. Ma adesso alle proteste si aggiunge una componete della maggioranza. Già la settimana scorsa, i deputati di Forza del Sud, la formazione politica di Gianfranco Miccichè, a cui è molto vicina anche Stefania Prestigiacomo, aveva ventilato l’ipotesi l’ipotesi di non votare la fiducia, sul federalismo municipale,  se non fosse stato modificato il disegno di legge Romani sulle energie rinnovabili. Una mediazione all’ultimo minuto avrebbe fatto riscrivere alcune parti del decreto e rientrare il dissenso di Fds.
Adesso i toni si sono alzati, perché cominciano a vedersi i primi effetti del decreto del Governo. “Le banche – sottolinea Miccichè – hanno fermato una serie di finanziamenti che stavano facendo. Le imprese sono terrorizzate, sono tantissime. Una marea di piccole e medie imprese che già ci hanno comunicato che stanno chiudendo e che hanno già messo in cassa integrazione alcuni lavoratori…”.
Il sottosegretario mette in guardia il Governo, in un’intervista a “Le Iene Show”, che andrà in onda questa sera. “Non possono non accettare le obiezioni che noi stiamo facendo, perché non possono assumersi la responsabilità di veder fallire, come un domino che fa cadere ad una ad una, tutta una serie di aziende che sono fatte bene, da persone perbene”.
“Siamo in Parlamento un numero di deputati tali – ricorda ancora il deputato siciliano – che possiamo condizionare le scelte. Così come la Lega, che non so da quanti decenni minaccia. Bene, oggi si sappia che c’è un’altra forza politica che si occupa di un’altra parte d’Italia, di un altro territorio, che ragiona nella stessa maniera della Lega: “O si fa così o cade il governo”.
Per Stefania Prestigiacomo, che ha già più volte minacciato di abbandonare il Governo ed il Pdl, ed è molto vicina a Miccichè, “Occorre definire il nuovo sistema degli incentivi e farlo rapidamente. Mi sono battuta perché si anticipasse di un mese, dal primo giugno al 30 aprile, la definizione del nuovo quadro, ma se facciamo prima non è che ci rimprovera qualcuno, anzi: è forse meglio”. Quindi, per il ministro Prestigiacomo, “se il tavolo viene convocato immediatamente, credo che nell’arco di venti giorni, con un confronto finalmente di merito con tutti gli operatori del settore, noi potremo definire un nuovo sistema di incentivi che moralizzi tutto questo settore”.
Vedremo come il Governo risponderà a questa dura presa di posizione, anche se il ministro Romani sembra intenzionato a tirar dritto.

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