POLITICA – Francesco Saverio Romano è ministro per le Politiche agricole, una nomina che ha suscitato numerose polemiche e sulla quale pesano le perplessità del capo dello Stato. Romano è il leader dei Popolari per l’Italia di Domani, gruppo nato su iniziativa sua e di Calogero Mannino dalla scissione dall’Udc. Mannino ha abbandonato il movimento subito dopo la sua nascita criticando fortemente le posizioni di Romano.
Romano prende il posto di Giancarlo Galan, che va a sua volta a sostituire il dimissionario Sandro Bondi ai Beni culturali.
Dopo il giuramento, con una nota, Napolitano ha reso note le sue “riserve politico-istituzionali” espresse quando gli è stata prospettata la nomina di Romano a ministro, in quanto indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Napolitano spiega di aver proceduto alla nomina non avendo ravvisato “impedimenti giuridico-formali” e si augura “che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l’effettiva posizione del ministro”.
Romano ha replicato alla nota del Quirinale, secondo lui “non rappresenta il pensiero del Capo dello Stato” ed è “inesatta”.
“Ho letto questa nota che purtroppo – spiega – riporta delle inesattezze. Io non sono imputato, non lo sono mai stato, sono incensurato e ho una richiesta di archiviazione”.
A stretto giro di posta l’ufficio stampa del Quirinale fa notare di non aver assegnato a Romano la qualifica di imputato.
La capogruppo del Partito Democratico in Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera, Marilena Samperi, racconta quanto accaduto stamattina nella riunione per esprimere il parere della Ginta, per sollevare conflitto di attribuzioni contro il Tribunale di Milano per il caso Ruby. I deputati Responsabili hanno partecipato alla giunta per le Autorizzazioni della Camera solo dopo la notizia che confermava la nomina di Saverio Romano a ministro.
“I due membri della giunta che fanno capo ai Responsabili – spiega la Samperi – sono stati assenti per tutta la seduta e si sono improvvisamente materializzati non appena è stata trasmessa la notizia dell’imminente nomina di Romano a capo del ministero dell’Agricoltura”. Il Rubygate ha proseguito “già torbido e mortificante, si arricchisce di elementi inquietanti che non fanno certo bene alle istituzioni e avvalorano la tesi di un presidente del Consiglio ricattato”.
Questa potrebbe essere solo la prima parte del rimpasto. Restano ancora vuote nove poltrone al governo, anche se le aspettative sono molte di più e potrebbe essere necessario varare un’apposita norma per eliminare il limite al numero dei componenti del governo, previsto dalla Bassanini.
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