Vini, il biologico per Milazzo è “una scelta culturale”

Vini, il biologico per Milazzo è “una scelta culturale”

“La scelta del biologico per l’Azienda Agricola Milazzo è, innanzitutto, una scelta culturale, etica e di responsabilità”. Con queste parole l’agronomo Pierluigi Donna, consulente dell’azienda di Campobello di Licata, ha dato il via alla visita in azienda rivolta a giornalisti ed addetti ai lavori, dedicata alle pratiche colturali del biologico ed ai vini spumante.
Pierluigi Donna, di SATA – STUDIO AGRONOMICO, segue l’azienda ormai da oltre 30 anni e ha guidato, insieme all’enologo Giuseppe Notarbartolo, un percorso colturale che ha portato l’azienda alla certificazione Biologica.
“La certificazione BIO – spiega Giuseppina Milazzo, titolare dell’azienda – suggella l’impegno che da sempre mettiamo in campo come viticoltori per produrre qualità ed è anche testimonianza della responsabilità che avvertiamo di essere custodi del nostro territorio”.
“La nostra filosofia produttiva è tutta improntata alla ricerca costante della qualità nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale”.
Per fare dei vini di grande qualità esiste una sola strada: coltivare nel rispetto della natura, senza utilizzo di prodotti chimici di sintesi.
“L’Azienda Milazzo è Biologica al 100%; tutti gli 80 ettari circa di vigneti sono certificati in agricoltura Biologica, e anche i circa 40 ettari di proprietà non ancora vitati sono certificati o in fase di conversione. Tutti i nostri vini e spumanti sono certificati BIO dalla vendemmia 2012 e dal 2007 in regime di conversione”. Spiega Saverio Lo Leggio, Amministratore Delegato dell’azienda.
Affrontare la coltivazione della vigna secondo la filosofia del biologico significa tanto lavoro, tecnicamente scrupoloso, continuativo, ogni giorno dell’anno. La ricerca della qualità intesa come filosofia pratica che diventa impegno verso il consumatore.
“La natura che nutre la natura”. Questo il concetto fondamentale su cui si basa la tecnica colturale di Milazzo.
favino5_n Il pretesto della visita alle vigne è mostrare, sul campo, la pratica del sovescio. Lungo i filari delle vigne è stato seminato il “favino“, che, proprio in questo periodo, raggiunge il massimo della sua prorompente vitalità. Il favino, attraverso le proprie radici, trattiene l’azoto che diventerà prezioso nutrimento per le vigne. Tra fine marzo e i primi di aprile le piante saranno interrate e mescolate all’impasto del terreno per dare nuova linfa alla vite che sta iniziando a germogliare.
Dall’alto di una collina su cui digradano i vigneti Milazzo è stato possibile ammirare come il terreno si presenti con suoli dalle caratteristiche diversissime, a distanza di poche centinaia di metri.
Si va da suoli bianchi brillanti, prevalentemente calcarei e gessosi, che conferiscono note minerali alle uve ai suoli di un nero intenso, prevalentemente ricchi di sostanze organiche, in cui trovano giusta collocazione vitigni precoci da cui si ricaveranno vini di grande struttura e longevità.
Per individuare i migliori cloni da impiantare su ogni suolo è stato svolto un lungo lavoro di ricerca e sperimentazione.
MilazzoUn lavoro in vigna che cammina di pari passo con quello svolto in cantina, dove vengono effettuate delle vinificazioni distinte per vigna con le uve provenienti dalle singole contrade. I blend dei vini da vitigni identici ma provenienti da contrade diverse donano, per ciò, ai vini grande complessità.
Il rigorosissimo protocollo prevede il solo impiego di prodotti naturali cioè come si trovano in natura, estratti o elaborati con reazioni molto semplici.
Lo stesso anche per la prevenzione e cura della pianta dall’attacco di parassiti e, nel caso specifico delle tignole, vengono utilizzati ferormoni per la confusione sessuale che evitano la diffusione in ambiente di qualsiasi sostanza chimica.
Quella del biologico è una scelta che impone un intenso ed inarrestabile lavoro sul campo. Oltre alla coltivazione del favino, gli operai sono attualmente impegnati lungo i filari, per installare diffusori con il ferormone sessuale della femmina della tignola.
“In questo modo – ci spiega il dott. Giuseppe Notarbartolo – il maschio della tignola che ha poche ore di vita a disposizione, difficilmente riuscirà a riprodursi. Questi, infatti, sarà attratto dal ferormone da noi propagato e non troverà la femmina, per fecondare le uova. Così sarà notevolmente ridotta la popolazione di insetti, che potrebbero attaccare le piante, e non sarà necessario intervenire in alcun modo sulle viti”.

Diffusore del ferormone sessuale femminile della tignola

Diffusore del ferormone sessuale femminile della tignola

I rari attacchi di altri insetti parassiti vengono combattuti con piretro naturale estratto vegetale; una volta all’anno, solo nei rari anni, in cui se ne ravvisa la necessità.
La Cultura del Biologico è un concetto che coinvolge ogni aspetto dell’attività, significa creare vini di qualità, autentici, buoni e sani per il consumatore.
Un percorso lungo oltre trent’anni che ha portato l’azienda Milazzo all’agricoltura biologica prima, alla tracciabilità del prodotto poi, fino ad arrivare, oggi al concetto di azienda sostenibile.
Dall’inizio del 2015, con monitoraggio BIOPASS (Biodiversità, paesaggio, ambiente, suolo, società) l’azienda Milazzo, analizza, oltre alle caratteristiche morfologiche e chimico fisiche dei terreni, anche la loro vitalità ed integrità biologica. Sono state selezionate delle aree campione nelle quali sono state effettuati i prelievi e le conseguenti analisi, in modo da costituire una prima mappa che, partendo dall’analisi dei suoli ha tracciato in modo sempre più dettagliato le diverse correlazioni, in funzione di fattori quali: microclima, orientamento, varietà impiantate, età dei vigneti, tecnica di allevamento per metterle in relazione con le forme di vita e la biodiversità.
Uno studio fondamentale che ha fornito un riscontro scientifico al lavoro fatto in vigna lungo tutti questi anni di storia dell’azienda Milazzo: terreni ricchi di vita, in equilibrio, un patrimonio fondamentale non solo per i nostri vini ma soprattutto per le generazioni future.
La galleria fotografica della giornata » red
27 marzo 2017


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