Vino, compie 30 anni museo Ricci Curbastro memoria storica Franciacorta

Vino, compie 30 anni museo Ricci Curbastro memoria storica Franciacorta

Nel 1967  Gualberto Ricci Curbastro e altri 10 sognatori immaginarono che una denominazione d’origine potesse cambiare il corso di uno sviluppo già scritto per la loro terra, la Franciacorta, che pareva destinata a diventare un immenso territorio industriale alle porte di Brescia. Ebbero ragione e oggi, neanche cinquant’anni dopo, la Franciacorta non è solo un’area vitivinicola d’eccellenza, ma anche un distretto con oltre il 70% di vigneti biologici, dove 18 Comuni ragionano insieme di sviluppo sostenibile e uso del territorio. Vent’anni dopo, nel 1986, Gualberto Ricci Curbastro capisce che lo sviluppo vitivinicolo della Franciacorta cambierà per sempre il suo volto agricolo. Sogna di salvare la memoria storica di ciò che era prima del cambiamento e dà vita a Capriolo, accanto alla sede della sua cantina, al Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro.

Da allora oltre 200.000 persone, in trent’anni, hanno potuto scoprire oggetti e tradizioni che stavano per scomparire o sono scomparse. Vero antesignano a livello nazionale del turismo enogastronomico, il Museo, precorrendo i tempi, ha valorizzato la cultura materiale e l’ha collegata alla riscoperta dei giacimenti alimentari (cibo, vino, tradizioni), grande ricchezza italiana. A ricordare il trentennale, è stata realizzata una capsula destinata a fissare i tappi dei Franciacorta raffigurante il logo del Museo, che si andrà ad affiancare, per la gioia dei collezionisti, alle altre capsule della serie dei personaggi storici dell’azienda.

Alle tre sale realizzate inizialmente ristrutturando fienile, scuderie e porticati costruiti nel 1875 dall’architetto Antonio Tagliaferri, seguendo le esigenze di crescita non solo della raccolta ma anche delle attività museali, sono stati aggiunti nel 1995 la sala espositiva e per conferenze (100 posti, 220 mq, più servizi tecnici) e un percorso espositivo anche in cantina. Nel 2001 è stata completata la nuova biblioteca (80 mq con scaffali per oltre 2.500 volumi). L’esposizione comprende oggi oltre 3.000 oggetti.

Parte della collezione di oggetti legati al vino, viene spiegato in una nota, è ospitata nella cantina dell’azienda, che diventa così un ‘museo vivente’, permettendo il continuo confronto tra le tradizioni più antiche e le moderne tecnologie. Ancora, la Sala dell’antico fienile ospita gli strumenti per le attività artigianali (come la filatura, la tessitura, le macchine per cordame, la falegnameria), gli utensili utilizzati un tempo in cucina (dalle impastatrici da pane alla coltelleria per i salumi), una straordinaria collezione di trappole per topi, il banchetto del ciabattino con i suoi attrezzi, scaldaletto, ferri da stiro, lampade e molti altri oggetti ancora, a raccontare la vita della casa e le lavorazioni destinate a trasformare i prodotti agricoli in prodotti finiti. Infine, la Sala delle conferenze utilizzata per eventi, mostre d’arte e concerti, sala espone strumenti usati per le attività di pastorizia e casearia, le analisi dei vini, la pesatura e la misurazione, l’allevamento del baco da seta, la filatura, vecchi giocattoli, attrezzi per la cucina e la tradizione bresciana dello spiedo, oltre a una curiosa e ricchissima collezione di oggetti bellici, come elmetti e baionette, trasformati in strumenti pacifici d’uso quotidiano.

19 giugno 2016

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